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I dubbi della Regione Piemonte sull’Armo-Cantarana

L’Ente chiede chiarimenti sul progetto prima del parere definitivo sull’opera

I dubbi della Regione Piemonte sull’Armo-Cantarana

E’ entrato ufficialmente in vigore il Decreto Infrastrutture, provvedimento che nelle intenzioni del governo Meloni è finalizzato al potenziamento delle infrastrutture strategiche e alla semplificazione delle procedure riguardo alle opere pubbliche, oltre che al rafforzamento degli strumenti e dei meccanismi di governance e programmazione delle suddette.

Divenuto realtà lo scorso 16 luglio, dopo l’approvazione definitiva in Senato, oltre a interessare numerosi lavori di rilevanza nazionale (dal ponte sullo Stretto di Messina alle opere correlate alle Olimpiadi invernali del prossimo anno) interessa molto da vicino il Ponente ligure e il Basso Piemonte, in quanto include tra gli interventi prioritari anche la realizzazione della Variante Pieve di Teco-Ormea, con il traforo di valico Armo-Cantarana, confermando lo stanziamento delle risorse necessarie all’interno del Contratto di Programma ANAS 2021–2025.

Un passo avanti, dunque, per un’infrastruttura in fase di gestazioni da anni. Ma, e c’è sempre un ma, in questi giorni la Regione Piemonte ha sollevato una serie di criticità sul progetto, evidenziando diverse lacune che richiedono approfondimenti prima di esprimere il parere definitivo.

I tecnici piemontesi hanno individuato diverse aree problematiche principali: sul fronte paesaggistico, preoccupa l’impatto dell’area di cantiere numero 8, vicina alla storica “Balma del Messere” e chiedono “foto-simulazioni dettagliate per capire come cambierà il panorama“, soprattutto dalla strada provinciale 216. Dubbi anche sull’area di cantiere 9 lungo la statale 28, che secondo i rilievi non è affatto libera ma occupata da box e tettoie. Inoltre l’area dello sbocco dell’attuale foro pilota “si trova in una zona a rischio idraulico significativo“, e i tecnici vogliono garanzie sulla compatibilità degli interventi. Sul tema sicurezza stradale, la Regione ricorda che dal 2026 scatteranno nuovi controlli obbligatori per le infrastrutture extraurbane e considerando che uno degli obiettivi dichiarati della variante è proprio migliorare la sicurezza, i tecnici raccomandano di applicare fin da subito le nuove normative.

Le richieste di integrazione sono state formalmente trasmesse al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che aveva avviato la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale lo scorso giugno che ora dovrà fornire tutti i chiarimenti richiesti prima che la Regione Piemonte possa esprimere il proprio parere definitivo sull’opera.

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