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Nocciole in crisi: «Subito misure di emergenza, per salvare un settore allo stremo»

L'allarme di Coldiretti: «Siccità e piogge improvvise e intense mettono a rischio le piante e la produzione»

Nocciole in crisi: «Servono subito misure di emergenza, per salvare un settore allo stremo»

Il comparto nocciola piemontese lancia un grido d’allarme. A causa delle condizioni climatiche estreme e di una tecnica colturale che necessita di un deciso aggiornamento, la situazione produttiva delle nocciole si presenta critica, con fenomeni di cascola preoccupante registrati in questi giorni in molte zone del Piemonte.

A dar voce alla preoccupazione degli agricoltori è Coldiretti Piemonte, che denuncia un quadro complesso e in rapido peggioramento. Nonostante una crescita significativa negli ultimi dieci anni – da 15 mila a quasi 28 mila ettari coltivati – oggi il settore è in forte sofferenza.

«Serve una risposta concreta e scientifica – afferma Mauro Bianco, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega al settore corilicolo –. Chiediamo che la Fondazione Agrion attivi immediatamente studi mirati, con prove in campo sulla cascola, coinvolgendo direttamente le aziende agricole del territorio. Negli ultimi anni stiamo assistendo a un’alternanza di eventi estremi: prima siccità prolungata, poi piogge intense in primavera, che mettono in crisi le piante e la produzione».

Di fronte a un comparto «allo stremo», Coldiretti ha chiesto ufficialmente alla Regione l’attivazione dello stato di emergenza, per garantire interventi rapidi, risorse economiche e ristori per i danni da mancata produzione.

A ribadire l’urgenza sono anche Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale: «La corilicoltura piemontese rappresenta un presidio importante per il territorio, per la qualità e per l’economia rurale. Va tutelata. Le imprese che continuano a credere nella nocciola di qualità vanno sostenute, oggi più che mai».

Il rischio, altrimenti, è quello di vedere appassire – insieme ai frutti – uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura piemontese.

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