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«Quegli alberi erano un vanto per il paese, perché abbatterli?». Il sindaco: «Motivi di sicurezza»

Il disappunto dell'ex vicesindaco: «Si è deciso di eliminarli per evitare che si ammalassero?». La replica del primo cittadino: «L'apparato radicale era insufficiente ad assicurarne la stabilità in occasione di eventi atmosferici estremi come quelli degli ultimi anni»

«Quegli alberi erano un vanto per il paese, perché abbatterli?». Il sindaco: «Motivi di sicurezza»

Il ceppo di uno dei due alberi abbattuti

Lo aveva annunciato nell'ultimo Consiglio comunale il sindaco Claudio Raviola, così nei giorni scorsi, a Dogliani, sono stati abbattuti due grandi alberi, uno in via Torino e uno davanti alla Materna.

Il provvedimento ha suscitato la reazione di Alessandro Gallo, vicesindaco dal 2014 al 2019, con l'allora sindaco Franco Paruzzo e ora fuori dall'Amministrazione, che ci ha spiegato di essere molto amareggiato dagli abbattimenti. «Sono giorni tristi questi, per Dogliani – dice Gallo –. Per lo meno lo sono per tutti coloro che negli ultimi decenni sono passati in Viale della Rimembranza, sotto la chioma maestosa del gigante silenzioso che vegliava sulla Scuola dell’infanzia. Da 40 anni lo vedevo imponente, maestoso e rassicurante, ma lui era lì già da un bel po’. Migliaia di bambini hanno giocato intorno a lui e con lui, che senza disturbare li riparava dal sole e forniva un’ombra rinfrescante, oltre a essere un riparo per gli uccelli e un luogo sicuro dove poter nidificare indisturbati. I bimbi l’hanno celebrato fino al 21 novembre scorso, festa degli alberi, quando lo hanno addobbato con fasce colorate, una per ogni sezione, vestendolo a festa e quasi a proteggerlo dall’inverno che stava arrivando. Il 12 agosto però le motoseghe si sono accanite su di lui, senza un apparente motivo, che impotente ha subìto prima la menomazione della sua chioma ampia e folta e poi il sezionamento del suo fusto dritto come una candela. Decine di anni cancellate in poche ore. Ci si riempie la bocca di tutela dell’ambiente, di misure da adottare per scongiurare il cambiamento climatico e anziché proteggere un capolavoro della natura, un vero e proprio monumento naturale e far di tutto per evitare che si potesse anche solo “ammalare” si é deciso di eliminarlo. Perché? Era vanto per il paese, come l’ippocastano di Dogliani Castello, il platano di San Quirico. L'albero non ha mai causato danni né tanto meno dato alcun segno di cedimento e se anche avesse causato preoccupazioni siamo sicuri non ci fossero alternative?».

Contattato stamattina, il sindaco Claudio Raviola ha spiegato: «Il provvedimento è stato annunciato nell'ultimo Consiglio comunale e i consiglieri hanno capito la necessità degli abbattimenti, votando la misura all'unanimità. Ci dispiace molto essere stati costretti ad abbattere questi due grandi alberi, ma la sicurezza delle persone e, nello specifico, dei bambini, viene prima di tutto. Il fusto era sano, ma il problema erano le radici. Un tecnico incaricato, dopo l'analisi degli alberi, aveva infatti evidenziato che l'apparato radicale di questi grandi alberi era ormai insufficiente per assicurarne la stabilità, in relazione alla loro grande chioma e soprattutto alla luce degli eventi atmosferici estremi degli ultimi anni, con raffiche di vento improvvise e forti temporali. Probabilmente le radici non si sono potute sviluppare come avrebbero dovute, a causa della posizione degli alberi tra muretti, cemento e immobili vicini. Ripeto, siamo i primi a dispiacerci per gli abbattimenti, ma abbiamo assunto l'impegno, e lo manterremo: al loro posto verranno piantumati a stretto giro nuovi alberi, forse anche più di uno. Certo, servirà qualche anno perché possano crescere rigogliosi, ma presto si potrà tornare a godere della loro ombra».

 

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