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21 Agosto 2025 - 11:44
Da sinistra a destra, Sandro Scotto, Christian Sciolla, Nicola Schellino, Felicina Priola e Romana Gaiero
Lunedì 18 agosto, nel ricordo dell’81° anniversario di ciò che accadde nell’agosto 1944, il sindaco di Carrù, Nicola Schellino, insieme al vicesindaco Christian Sciolla e al vicesindaco di Piozzo, Sandro Scotto, ha fatto visita alle tombe di coloro che, con coraggio e determinazione, si prodigarono per evitare la rappresaglia nazista, salvando Carrù da un sicuro incendio. Accanto a loro erano presenti Giorgio Pellegrino, Romana Gaiero e Felicina Priola, in un momento di raccoglimento nei cimiteri di Carrù e Piozzo.
La commemorazione ha reso onore e memoria al parroco don Giorgio Oderda, a Susanna “Susy” Sonntag Vacchetti, a Giuseppe “Pin” Cardone, al podestà colonnello Gavino De Fraja e ad Achille Arduino: figure decisive in quelle ore di paura e speranza.
Carrù visse il suo “giorno più lungo” il 18 agosto 1944, quando l’uccisione di tre militari tedeschi fece temere una violenta rappresaglia. Dieci, forse più, furono gli ostaggi portati a Cuneo e poi ricondotti a casa: un epilogo insperato, una vera grazia. E si conoscono bene i nomi e i cognomi di quanti si prestarono a chiedere pietà, misericordia e perdono.
Come mai non ci fu violenza verso il paese? Per qualcuno, allora giovanissimo, quel giorno e quel miracolo rimangono incancellabili.
Negli scorsi anni il carrucese e memoria storica Pierluigi Tomatis non ha mai smesso di tenere viva la memoria, con numerosi appelli anche sul “Corriere di Carrù” ed è andato di persona a rendere omaggio alle tombe ogni 18 agosto, pur senza che ci fosse nulla di ufficiale. Una memoria silenziosa, ma fondamentale, di uno scampato pericolo: una rappresaglia mancata che poteva causare decine e decine di vittime e di case date alle fiamme.
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