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Celestino Camilla è tornato alla "Vuelta": fino a domenica la mostra al Grand Palais Excelsior

Nella sala a Limone Piemonte esposta una galleria di immagini dedicate alla storia del ciclista niellese che cominciò facendo il fattorino a Nizza, alla presenza dei suoi discendenti

Celestino Camilla è tornato alla "Vuelta": fino a domenica la mostra al Grand Palais Excelsior

Agosto per Niella Tanaro è da sempre un periodo denso di incontri, dove in qualche modo tanti nodi vengono al pettine. Lo è anche grazie alla festa del pane, la cui nuova edizione sarà tra una settimana, il 31 agosto, che è occasione per riallacciare i legami con le antiche tradizioni del paese. Certamente c'è un collegamento anche con l'evento che si è tenuto venerdì nel tardo pomeriggio, nella sala del Grand Palais Excelsior a Limone Piemonte, che ha rappresentato una celebrazione di una delle storie più affascinanti legate alla tradizione dell’emigrazione niellese in Francia. Quella di Celestino Camilla.

Limone è in fermento per l’arrivo della tappa della Vuelta a España, che è attesa domenica. Sono tanti gli eventi collaterali organizzati per accogliere i corridori e gli appassionati di ciclismo. Occasione perfetta per tornare a raccontare la storia di Celestino, che vinse due tappe dell’edizione della Vuelta del 1942. Un perfetto esempio di come lo sport possa rappresentare uno stile di vita e un’occasione di riscatto per un giovane volenteroso.

Celestino, originario di Niella, emigra a 12 anni per raggiungere i fratelli, apprendisti panettieri a Nizza da un altro compaesano emigrato. Il suo primo incarico è consegnare il pane e scopre una vocazione straordinaria per le corse in bici. Nel 1934 vince la gara cittadina dedicata ai dilettanti. Il talento viene notato anche da Fermo Camellini, un italiano che fa il ciclista professionista in Francia e che gli consiglia di allenarsi seriamente. Celestino ottiene piazze importanti, viene notato da una squadra professionistica che lo assolda per la Vuelta del 1942, dove Camilla si fa notare vincendo due tappe. Tuttavia, anche per via della guerra che ha cambiato l’umore dell’opinione pubblica e della stampa, i suoi successi passano inosservati. Camilla lascerà le corse per tornare, alla fine della guerra, nel 1947, a mietere gli ultimi successi prima di ritirarsi. Nel frattempo, ha sempre fatto il panettiere a Pegomas, dove ha aperto una panetteria. Solo negli ultimi anni lascerà il lavoro in panetteria per un più tranquillo impiego in banca.

La mostra è stata inaugurata alla presenza dei sindaci di Niella Tanaro, Gian Mario Mina, e di Limone Piemonte, Massimo Riberi, del presidente di Conitours Beppe Carlevaris, titolare del Grand Palais Excelsior, e del presidente dell’Ente Parco Alpi Marittime Armando Erbì. È intervenuta anche la giornalista Geraldine Giraud, che della storia dell’emigrazione niellese in Francia è stata una formidabile narratrice, autrice di un docufilm e di un libro, che sarà presentato proprio alla festa del pane a Niella e che è stato mostrato in anteprima nella sala limonese.

Inoltre, c’erano i familiari di Celestino Camilla, tra cui il pronipote Gabriel Garente, che è arrivato in Piemonte riproponendo una consuetudine di suo nonno. «Celestino raggiungeva Niella Tanaro in bicicletta ogni estate – racconta la nipote Christiane – partiva da Pegomas e raggiungeva Niella Tanaro percorrendo in parte il lungomare e valicando il Colle di Nava. Celestino è sempre stato in perfetta forma, fino agli ultimi anni della sua vita, non ha mai abbandonato lo stile di vita e di alimentazione dell’atleta. Ed è sempre stato molto dinamico. Amava andare in giro per il mondo, anche in altri continenti, a trovare gli amici, i vecchi compagni di squadra, appartenenti a quel mondo del ciclismo che è stato il suo. Gabriel è stato l’unico dei quattro pronipoti che ha potuto vedere nascere». Gabriel, appassionato di bicicletta, non è nuovo a lunghi tratti in bici, anche tra la Costa Azzurra e Niella Tanaro. In questa occasione ha voluto ripetere lo stesso tragitto che ricongiungeva Celestino alla sua famiglia.

Non mancano le sorprese, in questa storia: come quella di Maria Ferrero, monregalese, che nella mostra ha ritrovato un pezzo della propria famiglia. Celestino infatti era il padrino di suo padre, Giuseppe. «Ricordo che mio padre raccontava di aver avuto un padrino campione – spiega Maria – che si chiamava Celestino. Mi sono incuriosita e ho cercato di scoprire qualcosa di più su di lui. Quando i giornali locali hanno raccontato la sua storia, ho capito di chi parlava mio papà. Ero molto curiosa di venire qui a vedere queste immagini».

La mostra resterà visitabile fino a domenica, con l’arrivo della carovana.

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