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06 Settembre 2025 - 20:41
L’acqua è tornata pian piano a scorrere nelle case di Carrù, dopo l’ennesimo guasto che ha lasciato a secco parte del paese. A comunicarlo è stato lo stesso sindaco Nicola Schellino, con un post dai toni pragmatici: «Calso segnala che i lavori di sistemazione della conduttura sono terminati. Si sta procedendo a rimettere in circolo l’acqua che tornerà ad essere disponibile a brevissimo».
Ma Schellino non si è fermato alla comunicazione di servizio. A poche ore di distanza, ha affidato ai social una lunga riflessione sullo stato della rete idrica del paese, invitando i cittadini a un approccio meno emotivo e più consapevole. «Il motto einaudiano conoscere per deliberare – ha scritto – dovrebbe essere la stella polare di ognuno di noi. Prima di puntare il dito, è necessario capire come funziona davvero il sistema».
La rete idrica di Carrù, spiega il sindaco, è lunga circa 18 km e porta l’acqua da Morozzo fino al paese, attraversando diversi Comuni. Dal 2007 la gestione non è più comunale, ma affidata a Calso SpA, società pubblica di cui Carrù detiene solo una quota simbolica. «Il Comune non incassa né spende un euro per il servizio idrico – precisa Schellino – perché manutenzione e investimenti sono a carico della società».
Negli ultimi anni, però, la rete ha mostrato tutte le sue fragilità. Le perdite più consistenti si sono registrate lungo viale Vittorio Veneto, dove il manto stradale ha subito frequenti rotture.
Proprio su questo fronte arriva la notizia più importante: grazie ai fondi del PNRR, Carrù ha ottenuto oltre 500mila euro per sostituire integralmente circa 750 metri di conduttura. «Si tratta dell’investimento più importante mai ricevuto dal nostro Comune per il sistema idrico – rivendica il sindaco – e i lavori partiranno entro la fine dell’anno».
Un intervento significativo, ma non risolutivo. «Il problema si supera solo rifacendo tutte le condutture vecchie – ammette Schellino – ma per questo servono enormi risorse pubbliche, che oggi non ci sono».
Perché non si rifà l’intera rete? Il sindaco non si nasconde: «Perché servirebbero tantissimi soldi. Si può pensare di alzare le tariffe, la quota fissa, introdurre una tassa in bolletta o aumentare l’addizionale comunale IRPEF. Ma nessuna di queste opzioni piace ai cittadini, e nessuna è stata attuata».
La via più percorribile, secondo il primo cittadino, resta quella di intercettare finanziamenti nazionali ed europei, come già avvenuto per viale Veneto. «È una strada lunga e complessa, ma è l’unica davvero sostenibile».
La riflessione di Schellino tocca anche un tema più ampio: l’obsolescenza delle infrastrutture italiane. «L’autostrada Torino-Savona è l’emblema di questo modus operandi: si aspetta l’emergenza e poi si interviene con riparazioni straordinarie, spesso togliendo risorse alla manutenzione programmata».
Per la rete idrica di Carrù, la proposta del sindaco è chiara: monitoraggio costante, interventi preventivi sui tratti più ammalorati e un piano pluriennale di investimenti. «Solo così – sottolinea – potremo ridurre il numero di rotture e contenere i disagi, soprattutto per chi lavora con l’acqua».
Schellino non nega la responsabilità politica che ogni primo cittadino si trova a gestire in questi casi. «In caso di rotture improvvise, la colpa continuerà ad essere del sindaco in carica. Poco importa: i sindaci hanno le spalle larghe».
Un’affermazione che mescola pragmatismo e realismo, ma che lascia trasparire anche un messaggio di trasparenza e disponibilità: «Resto aperto a discutere con chiunque abbia soluzioni da proporre».
Il tema della rete idrica di Carrù è destinato a rimanere al centro del dibattito pubblico. Tra guasti, fondi intercettati e prospettive future, il sindaco prova a tenere insieme emergenza e programmazione. Con una certezza: l’acqua non è solo un bene primario, ma anche una sfida politica, tecnica e culturale che riguarda l’intera comunità.
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