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Il Castello diventato banca si rifà il look

La Bcc Alpi Marittime a Carrù annuncia il nuovo progetto culturale: lavori al via dal 2026

Il Castello diventato banca si rifà il look

Il Castello di Carrù (foto Bcc Alpi Marittime) e nel riquadro il presidente della banca Domenico Massimino

A Carrù esiste un castello che è stato completamente rivitalizzato e recuperato dalla storica banca del territorio (la Cassa rurale di risparmio, ora Bcc Alpi Marittime), che qui vi ha collocato poi la propria sede operativa. E ora la banca, nell’ambito del progetto Bcc Arte e Cultura, è pronta a lanciare un intervento di grande impatto visivo.

Nel 2026 partirà il progetto culturale dedicato alla conservazione e al restauro sia dell’imponente affresco sopra l’ingresso principale, che raffigura lo stemma della famiglia Curreno, sia della meridiana sulla facciata laterale. Dai sopralluoghi e dalle analisi effettuati dalla Soprintendenza non si esclude che, durante i lavori di ripristino dell’affresco, possa emergere lo stemma originale legato alla famiglia Costa, proprietaria del castello per circa quattro secoli, a partire dal 1418. Tutto sarà a carico della Bcc carrucese.


 

 
 
 
 
 
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Il progetto è stato presentato in una conferenza stampa andata in scena sabato mattina nell’iconico salone dove è custodito il leggendario quadro della Dama Blu (che, si dice, ogni primo venerdì del mese esca dalla tela per cercare vendetta dopo la sua morte, avvenuta a caccia in circostanze misteriose). Nel pomeriggio, porte aperte ai visitatori, dentro quello che è un vero e proprio gioiello artistico. La volontà della banca è di riproporre periodicamente giornate di questo tipo, come già effettuato lo scorso anno.



«La Bcc Alpi Marittime conferma il proprio grande impegno nella valorizzazione culturale con un intervento dedicato al castello di Carrù, sede storica e simbolica della banca», ha commentato il presidente Domenico Massimino. Già negli anni ’70, sotto la guida dell’allora direttore Rino Filippi (che seppe imporre la sua visione grazie alla lungimiranza e al carattere, come era solito fare), la banca decise l’acquisto del castello per rispondere a esigenze organizzative, ma con un progetto molto più ambizioso: restituire al paese un edificio in decadenza e trasformarlo in una sede viva e rappresentativa. «Un investimento di 6 miliardi di lire che ha rappresentato un atto di responsabilità verso la comunità».

Oltre all’imponente restauro, ora la Bcc Alpi Marittime è pronta anche a realizzare un salone polifunzionale nei locali sotterranei con oltre 200 posti e cucina attrezzata, a disposizione della comunità. Ma di questo si parlerà in un futuro non troppo lontano.



Il Comitato Einaudi

L’occasione è stata propizia anche per l’annuncio di un’altra novità in ambito culturale, tramite la voce del sindaco di Carrù, Nicola Schellino. «Abbiamo attivato un indirizzo dedicato (comitato.einaudi@comune.carru.cn.it)per la creazione di un Comitato Luigi Einaudi a Carrù, con l’obiettivo di costituire formalmente l’organismo entro fine anno. Il comitato avrà compiti di promozione, organizzativi e, più in generale, di valorizzazione della figura e del pensiero di Luigi Einaudi, supportando anche la realizzazione di un Museo Einaudi a Carrù. Il tutto nell’ottica di sostenere e agevolare la massima partecipazione della cittadinanza. Chiunque potrà manifestare la propria intenzione di far parte di questo comitato».



Un patrimonio artistico raro

Lo storico dell’arte prof. Alessandro Abrate ha sottolineato l’importanza della quadreria conservata nel castello, con opere documentate sin dal Seicento, testimonianza di legami con la corte sabauda e la Roma barocca. In una apprezzata chiusura all'aria aperta ha quindi illustrato nel dettaglio le tre opere scultoree presenti nel parco.

  1. Uomo accovacciato (o Prigioniero) di Sergio Capellini
    Bronzo monumentale dell’artista bolognese Sergio Capellini (classe 1942), autodidatta che ha esposto opere in tutto il mondo, dal Canada al Giappone, ed è stato anche nominato da papa Giovanni Paolo II membro dell’Accademia Pontificia delle Belle Arti.

L’opera, acquistata da Rino Filippi, fu in origine collocata nella sede della banca in piazzetta Galli, dove la sua figura intensa e drammatica suscitava spesso ironici commenti: «Se vengo a chiedere un prestito finirò ridotto così...». Oggi la scultura, di forte pathos espressivo, trova una collocazione più adeguata nel parco del castello.



  1. Cavallo di Luigi Broggini
    Imponente bronzo dello scultore Luigi Broggini (1908–1983), figura riservata e indipendente, formatosi all’Accademia di Brera. Durante il fascismo visse in esilio e nel suo lavoro subì l’influenza degli impressionisti. Nel 1952 realizzò il celebre logo Agip, il cane a sei zampe, divenuto simbolo internazionale, pur senza mai rivendicarne ufficialmente la paternità, per discrezione.

Il Cavallo, realizzato tra il 1966 e il 1967, è una scultura di grandi dimensioni che raffigura l’animale nell’atto di impennarsi, con straordinaria energia dinamica. Proveniva da una villa di Como e oggi arricchisce il parco del castello di Carrù, diventandone quasi il simbolo.



  1. Città giganti – Luigi Mainolfi
    Opera di Luigi Mainolfi (nato ad Avellino nel 1948), tra i grandi maestri dell’arte italiana del Novecento. Dopo la formazione a Napoli, nel 1973 si trasferì a Torino, dove sviluppò un linguaggio scultoreo originale, visionario e poetico. Questa statua, per i carrucesi nota come la "donna senza testa", è una figura femminile che racchiude in sé un alveare, metafora di un luogo vitale, da cui possono germogliare forme e possibilità.

Ultima curiosità: la serie Città giganti comprende tre sculture: una di esse si trova in Giappone e, grazie a quella, Mainolfi vinse il Superior Prize alla Triennale di Osaka (Giappone) nel 1986, consacrandosi sulla scena internazionale.

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