"Calici e forchette": le criticità dell'edizione 2024

Un riepilogo di quanto avvenne un anno fa

01 Ottobre 2025 - 08:44

"Calici e forchette": le criticità dell'edizione 2024

Facciamo qualche passo indietro: dodici mesi da oggi. In fase di lancio dell’evento, che dal 2023 aveva adottato il brand “Calici e forchette”, il Comune aveva messo in atto una campagna promozionale imponente: assieme alla scelta della società che si era occupata dell’organizzazione dell’edizione precedente (la torinese “Eventum”: il contratto era comunque relativo solo all’anno 2024) era stata organizzata una presentazione di livello regionale, al Grattacielo della Regione a Torino, ma soprattutto nazionale, con una presenza nientemeno che alla TTG Travel Experience di Rimini. Come era lecito aspettarsi dopo una campagna promozionale del genere, l’aspettativa alla vigilia dell’evento si è alzata tantissimo. Il risultato, però, non è stato all’altezza di tanta attesa: l’allestimento dell’evento appariva dispersivo, senza un collegamento tra una piazza e l’altra, col risultato che il festival appariva non solo disomogeneo ma anche meno ricco. Qualche settimana dopo la manifestazione, visti gli esiti, l’Amministrazione convocò un’assemblea pubblica per riassumere le criticità. Ma, se sulle critiche c’era stata unanimità, le proposte per migliorare erano state poche e discordanti. Emblematici i discorsi sul nome dell’evento (si era sentito di tutto: «Tornate a “Peccati di gola”», «Non è il nome che cambia le cose», «Chiamatela “Peccati di gola” con un sottotitolo»), sulla collocazione («Deve essere interamente a Breo: Piazza ha già altri eventi», «Va fatta solo a Piazza: le vie di Breo sono desolanti», «A Breo ci vanno gli stand, a Piazza la cultura») e sulle tipologie di prodotti («Si deve tornare a valorizzare i prodotti locali, le buone cose di una volta», «Ma non si può escludere il resto: ci vuole lo street food e lo zucchero filato», «Bisogna allargare lo sguardo»).

Facciamo qualche passo indietro: dodici mesi da oggi. In fase di lancio dell’evento, che dal 2023 aveva adottato il brand “Calici e forchette”, il Comune aveva messo in atto una campagna promozionale imponente: assieme alla scelta della società che si era occupata dell’organizzazione dell’edizione precedente (la torinese “Eventum”: il contratto era comunque relativo solo all’anno 2024) era stata organizzata una presentazione di livello regionale, al Grattacielo della Regione a Torino, ma soprattutto nazionale, con una presenza nientemeno che alla TTG Travel Experience di Rimini.

Come era lecito aspettarsi dopo una campagna promozionale del genere, l’aspettativa alla vigilia dell’evento si è alzata tantissimo. Il risultato, però, non è stato all’altezza di tanta attesa: l’allestimento dell’evento appariva dispersivo, senza un collegamento tra una piazza e l’altra, col risultato che il festival appariva non solo disomogeneo ma anche meno ricco. Qualche settimana dopo la manifestazione, visti gli esiti, l’Amministrazione convocò un’assemblea pubblica per riassumere le criticità.

Ma, se sulle critiche c’era stata unanimità, le proposte per migliorare erano state poche e discordanti. Emblematici i discorsi sul nome dell’evento (si era sentito di tutto: «Tornate a “Peccati di gola”», «Non è il nome che cambia le cose», «Chiamatela “Peccati di gola” con un sottotitolo»), sulla collocazione («Deve essere interamente a Breo: Piazza ha già altri eventi», «Va fatta solo a Piazza: le vie di Breo sono desolanti», «A Breo ci vanno gli stand, a Piazza la cultura») e sulle tipologie di prodotti («Si deve tornare a valorizzare i prodotti locali, le buone cose di una volta», «Ma non si può escludere il resto: ci vuole lo street food e lo zucchero filato», «Bisogna allargare lo sguardo»).