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«Mio padre l’anarchico Pinelli, diciottesima vittima della strage di piazza Fontana»

Domenica all’iniziativa “Cammina & pedala per la Pace” a Mondovì è intervenuta Claudia Pinelli

«Mio padre l’anarchico Pinelli, diciottesima vittima della strage di piazza Fontana»

Cammina & pedala per la pace. Nel cerchio a sinistra, Claudia Pinelli

Davanti alla Sala "Scimè" a Mondovì, nel palazzo che durante la Resistenza fu luogo di torture fasciste, Claudia Pinelli ha tenuto l’intervento più intenso della seconda edizione di “Cammina & Pedala per la Pace”, svoltasi domenica 5 ottobre.

Una memoria che diventa impegno

Figlia di Giuseppe “Pino” Pinelli, l’anarchico morto nella Questura di Milano nel 1969, cadendo da una finestra in circostanze mai chiarite dopo la strage di piazza Fontana, Claudia ha trasformato la memoria in un invito alla responsabilità civile.

Ha ripercorso la vicenda della sua famiglia: il padre ferroviere, prima partigiano e poi animatore del mondo anarchico milanese, pacifista e appassionato di esperanto; i molti attentati di quegli anni, organizzati da fascisti coperti da settori dello Stato che volevano destabilizzare la democrazia con la “strategia della tensione”; la bomba di piazza Fontana con 17 morti – «mio padre è la diciottesima vittima di quella strage» –.

L’infanzia spezzata e la forza delle donne

Claudia ha ricordato la tragedia vissuta da lei e da sua sorella, bambine, con i poliziotti che perquisivano la casa buttando tutto all’aria e i fotografi che le seguivano persino a scuola «per vendere le foto ai rotocalchi».
E ha reso omaggio alla madre, Licia Rognini, conosciuta da Pino a un corso di esperanto, che ha dedicato tutta la vita a chiedere giustizia di fronte a uno Stato in parte colluso:

«Ci avevano detto che eravamo in una democrazia nata dalla Resistenza, ma Marcello Guida, che nel ’69 era questore di Milano e indagava sulla strage, ai tempi del fascismo era stato direttore del carcere di Ventotene, dove erano rinchiusi gli antifascisti».


Camminare e pedalare per ricordare

L’iniziativa, partita da piazza Franco Centro, ha seguito i cippi partigiani cittadini con due percorsi – a piedi e in bicicletta – per riscoprire i luoghi della memoria, abbinando a ogni tappa letture dedicate a donne che resistono oggi.

Dopo il cammino e la pedalata, i partecipanti si sono ritrovati al Caffè Sociale per una “pastasciutta antifascista”, chiudendo una giornata di partecipazione e riflessione collettiva.

L'iniziativa è stata organizzata da "Donne in cammino per la pace" e Anpi Mondovì.

Tappa a uno dei cippi partigiani, in fraz. Cassanio

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