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“Il Ciro” rinasce a Firenze: l’Academia Montis Regalis riporta in scena l'opera di Scarlatti dopo tre secoli

Venerdì 10 ottobre e sabato 11 ottobre il debutto della produzione realizzata in collaborazione con il Maggio Musicale Fiorentino

“Il Ciro” rinasce a Firenze: l’Academia Montis Regalis riporta in scena l'opera di Scarlatti dopo tre secoli

Foto di Michele Monasta

Si è tenuta nella mattinata di martedì 7 ottobre la conferenza stampa di presentazione del “Ciro” di Alessandro Scarlatti, a pochi giorni dal debutto fiorentino. La sera del 10 ottobre (ore 20) e dell’11 ottobre (ore 17) infatti l’Academia Montis Regalis e il Maggio Musicale Fiorentino proporranno al teatro Goldoni di Firenze “Il Ciro” di Alessandro Scarlatti.

Un’opera lirica scritta dal compositore siciliano, di cui quest’anno ricorrono i 300 anni dalla morte e che la Fondazione barocca monregalese ha deciso di celebrare con due nuove produzioni. La prima è l’oratorio “Humanità e Lucifero” presentato anche a Mondovì, presso la sala Ghislieri, registrato e pubblicato con la rivista “Amadeus”. La seconda è appunto questo “Ciro”, mai più messo in scena, culmine di tutti questi mesi di lavoro.

L’opera sarà ripresa e trasmessa anche dalle telecamere di Sky Classica. Alla direzione musicale ci sarà Chiara Cattani, clavicembalista e bacchetta romagnola nominata lo scorso inverno a prendere le redini dell’Orchestra dell’Academia. La regia teatrale è affidata a Maria Paola Viano, regista che per l’Academia aveva anche già diretto la messa in scena delle opere per ragazzi rappresentate nell’ultimo triennio (“Eloise” di Carl Jenkins, “L’Ultimo principe” di Carlo Galante, “Folon” di Nicola Campogrande).

Il Ciro è tratto dal dramma teatrale scritto dal cardinale Piero Ottoboni. Debuttò nel 1712 a Roma. In epoca moderna, è un titolo che non è mai stato ripreso: è dunque la prima occasione per vedere sulla scena. Le scenografie sono state realizzate da Darko Petrovic, i costumi da Giovanna Fiorentini: i fondali dello spettacolo sono, in parte, stati realizzati a partire dai bozzetti originali della “prima” romana, firmati dall’architetto Filippo Juvarra, noto anche per essere un maestro del barocco, che operò pure alla corte dei Savoia e lasciò un segno indelebile sulla città di Torino.

In tre atti, l’opera segue una trama lineare che, nella successione di arie e recitativi, duetti, cori e balli, mette in scena la parabola del giovane re Ciro, erede al trono usurpato dal malvagio Astiage, re di Media. Dopo che il padre Cambise lo destinò a morte, Mitridate lo crebbe con il nome di pastore Elcino. La trama culmina ovviamente con la salita al potere del sovrano, che riguadagna la nobiltà perduta, in uno spartito che sottolinea il trionfo dei valori di verità e di innocenza virtuosa. Non manca la trama amorosa, che vede il giovane Ciro invaghito dell’amata Sandane, ostacolato dalla sorellastra Erenia. I cantanti sono Margherita Maria Sala (Astiage), Giuseppe Valentino Buzza (Arpago), Christian Senn (Mitridate), Anita Giovanna Rosati (Erenia), Dennis Orellana (Ciro), Remy Brès Feuillet (Arsace), Mathilde Legrand (Sandane), Matteo Quaranta (un bambino).

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