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Sofia Raffaeli, la regina della ginnastica, si racconta: fatica, passione e il sogno olimpico americano

Duetto con Marino Bartoletti sul palco della Castagna d'oro di Frabosa Sottana: la ginnasta ha potuto raccontare le sue aspirazioni e la sua routine quotidiana

Sofia Raffaeli, la regina della ginnastica alla Castagna d'oro: fatica, passione e il sogno olimpico americano

Quello del Galà della Castagna d'oro è stato un weekend di grandi emozioni per tutti gli spettatori al Galà Palace ma, c’è da giurarlo, anche per Sofia Raffaeli. La ginnasta marchigiana, ventun’anni, è destinataria di una delle Castagne d’oro assegnate in questo 2025, per i suoi straordinari risultati sportivi, per il titolo iridato 2025, la medaglia olimpica e, in definitiva, per essere un grande esempio e una delle sportive più rilevanti d’Italia.

Se un atleta del calibro della Raffaeli è certo abituato a palcoscenici e ribalte nazionali, qualche vibrazione particolare deve averla attraversata con l’incontro con Roby Facchinetti dei Pooh, nella palpabile emozione che il musicista non ha potuto celare nell’incontrarla.

Roby ha tributato tutta la sua ammirazione alla ragazza e la sua grande passione per la ginnastica, a cui Raffaeli ha sacrificato tutto, sottoponendosi a un regime atletico estremamente rigido.

Domenica, con Marino Bartoletti, qualche scambio di battute prima di ricevere la Castagna d’oro, nell’unico giorno libero che si concede a settimana. «Mi alleno 8 ore al giorno – ha detto –, dal lunedì al sabato, poi se ci sono le gare si lavora anche la domenica». Bartoletti ha passato in rassegna i suoi successi: «15 medaglie ai mondiali di cui sei d’oro, 1 olimpica, per adesso… Los Angeles (sede delle Olimpiadi 2028) quanto è lontana?» «In realtà è vicinissima, perché dobbiamo qualificarci prima ai prossimi mondiali» la risposta di Sofia, che ha poi ricordato i suoi inizi «Ho cominciato a 4 anni a fare ginnastica artistica e 7 ritmica. Il sogno olimpico ce l’hai fin dall’inizio, cresciamo con il desiderio di diventare come le ginnaste che si ammirano in televisione. Poi quando si riesce a diventare tale è difficile rendersene conto e prenderne coscienza. Ci si sente ancora quella ragazzina sognatrice davanti al televisore, è una consapevolezza che si acquisisce».

Raffaeli ha anche parlato del suo rapporto con il sacrificio: «In realtà la passione è stata fortissima fin dall’inizio, da piccola tornavo a casa dagli allenamenti e poi mi mettevo a giocare in camera con gli attrezzi, ero instancabile. La famiglia ha avuto un ruolo formidabile: ho avuto la fortuna di avere un nonno che mi portava ogni giorno da Chiaravalle a Fabriano in palestra, un’ora di auto all’andata e un’ora al ritorno. Se ho raggiunto questi risultati è anche grazie a lui: è fondamentale avere a casa un supporto che ci consente di raggiungere questi obiettivi».

«È una grande responsabilità essere d’esempio ai giovani e alle nuove generazioni – la conclusione di Sofia – cerco sempre di trasmettere tutte le emozioni che provo e soprattutto la bellezza dello sport, il divertimento in pedana e godersi ogni momento di una gara. È importante assaporare ogni sensazione e farsela propria». Su domanda di Bartoletti, Sofia Raffaeli ha parlato anche della sua militanza nella Polizia: «Quella delle Fiamme oro è una grande famiglia, è una fortuna farne parte perché ci supportano tantissimo ed è un grande onore poterla indossare in queste occasioni».

«A Rio potevi fare di più?» chiede Bartoletti con un pizzico di ironia, in conclusione: «Avoja! – la risposta – non sono una ragazza che si accontenta facilmente. A Los Angeles sarò felice se potrò dare il massimo. Per il resto, più che la meta mi interessa il percorso, cercherò di godermi ogni minuto».

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