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Un alloggio confiscato al crimine è diventato il rifugio per le donne vittime di violenza

La città di Mondovì si aggiudica il bando

Un alloggio confiscato al crimine è diventato il rifugio per le donne vittime di violenza

Si chiama "Casa rifiorita". Dal male, dalla criminalità, fiorisce qualcosa di importante: a Mondovì un alloggio confiscato al crimine è diventato il rifugio per le donne vittime di violenza.

Lo scorso 19 luglio, a trentatré esatti di distanza dalla strage di via d’Amelio, la Giunta comunale di Mondovì aveva voluto celebrare simbolicamente la figura di Paolo Borsellino deliberando l’adesione della città al bando della Regione Piemonte volto a concedere contributi per il riutilizzo e il miglioramento dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

In particolare, la candidatura progettuale faceva riferimento alla cosiddetta “Casa rifiorita” che il Comune di Mondovì aveva concesso in comodato d’uso gratuito alla Croce Rossa Italiana nell’ottica di riservare lo spazio alle donne e alle famiglie vittime di violenza. Negli scorsi giorni è arrivata la Determinazione dirigenziale della Regione Piemonte che ha inserito il progetto comunale tra quelli ammessi ufficialmente al finanziamento.

«Siamo l’unico Comune della Provincia di Cuneo ammesso e finanziato dal bando, a testimonianza dell’attenzione e della sensibilità della nostra Amministrazione nei confronti della tematica - il commento del sindaco, Luca Robaldo, e dell’assessora alle Politiche sociali, Francesca Botto -. Grazie a questo stanziamento potremmo migliorare gli spazi della “Casa rifiorita”, rendendoli ancora più confortevoli e accoglienti e sostenendo, così, le donne vittime di violenza. Un’iniziativa importante che riconverte i beni confiscati alla criminalità organizzata, per una comunità monregalese che guarda da sempre all’inclusione e alla solidarietà».

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