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17 Ottobre 2025 - 08:59
Nei giorni scorsi è stato formalizzato da parte dell’imprenditore milanese di origine chiusana Oscar Pepino l’acquisto del grande fabbricato che un tempo ospitava la parte “nobile” della Regia Fabbrica dei Vetri e Cristalli di Chiusa Pesio.
Il fabbricato apparteneva all’Ordine delle Suore Missionarie della Passione, con sede a Villanova Mondovì, che, dopo avere gestito la struttura prima come Istituto per bambine e ragazze ”protette” e poi come Casa di Riposo per anziane, negli ultimi anni lo avevano dato in gestione come Centro di Accoglienza per migranti.
Un paio di mesi fa era già stato stipulato un compromesso per l’acquisto ed ora, terminato il periodo nel quale la Soprintendenza avrebbe potuto esercitare una prelazione sulla vendita dell’immobile, l’atto è stato perfezionato.
«Nonostante la mia vita lavorativa e famigliare mi abbia portato prima a Torino e poi a Milano, ho sempre mantenuto i contatti con Chiusa Pesio – ci dice Oscar Pepino –. Quando Armando Erbì mi ha parlato di questo storico fabbricato messo in vendita dall’ Istituto Religioso, mi sono subito interessato alla cosa. Era un palazzo che conoscevo bene anche perché ricordo ancora quando mia nonna mi portava con lei quando andava a prendere un The con la contessa, che abitava ancora in alcuni locali del grande edificio. Dopo un lungo periodo lavorativo nel campo dell’innovazione tecnologica digitale, nei prossimi mesi cederò le mie attività e desidero impegnarmi fortemente per ridare vita ad una storica struttura radicata nella vita economica e sociale del paese. Ho avuto un riscontro positivo da parte della Comunità Chiusana e dalle Istituzioni e questo mi fa ben sperare per il successo della iniziativa. Il progetto di recupero del palazzo e del grande giardino annesso si pone tre obiettivi: la ristrutturazione del fabbricato, che si articola in oltre 100 locali, il recupero del parco di 12.000 metri quadrati, che era in stato di completo abbandono, e la messa a disposizione del sito per la valorizzazione ed il mantenimento della cultura della valle Pesio. A questo proposito mi piacerebbe destinare alcuni locali attrezzati nei quali gli artigiani ed artisti del posto possano tramandare il loro “sapere fare” alle nuove generazioni. Intendo anche mettere a disposizione la struttura per eventi locali o iniziative di carattere culturale come la presentazione di libri e molto altro ancora».
L’idea di Oscar Pepino è comunque quella di permettere una sostenibilità economica propria del Centro Culturale, con la promozione di corsi di formazione ed altre iniziative che dovranno garantire un’accoglienza di qualità ed a tutto tondo della struttura.
«Ho già individuato uno studio specializzato di Milano che dovrà predisporre, in una prima fase, un “Vision Plain” che individui le aree di intervento finalizzate alle varie attività e tracci le linee fondamentali del recupero architettonico – conclude Oscar Pepino. Prevedo anche di riportare il parco all’originario splendore. Grazie al Presidente di “Chiusa Antica” Rino Canavese ho potuto visionare negli archivi dell’Associazione il progetto originario del giardino all’inglese predisposto dai fratelli Roda, giardinieri e architetti del paesaggio piemontesi al servizio della Real Casa di Savoia, Il mio intento è quello di riprodurre esattamente il giardino come era stato concepito al momento della sua realizzazione originaria. Il mio non vuole essere solo un recupero architettonico, ma un progetto culturale, turistico e di valorizzazione territoriale che riporti al centro la memoria produttiva e artistica della valle. La Regia Fabbrica rappresenta un ponte tra passato e futuro: è testimonianza dell’industria artigianale storica del vetro e del cristallo, ma anche occasione per rigenerare il tessuto locale con cultura, educazione, turismo e un’idea di sviluppo che sappia coniugare radici e modernità».
CHI E’ OSCAR PEPINO?
Oscar Pepino, originario di Chiusa Pesio, sposato con una figlia, ha svolto la sua vita lavorativa nel settore dell’innovazione tecnologica finalizzata alla efficienza, eccellenza tecnica e la governance nei servizi digitali. Laureato nel 1977 in Scienze dell’Informatica presso l’Università di Torino, nel 1981 fonda Mesarteam S.p.A., una società di system integration, assumendo la direzione gestionale da Milano. Dopo la cessione di Mesarteam al gruppo Sligos (Crédit Lyonnais), negli anni ’90 lavora come consulente informatico in Digital (oggi HP). Nel giugno 1996 partecipa alla fondazione di Reply S.p.A., insieme a Mario Rizzante, e ricopre il ruolo di Chief Executive Officer tecnico e direttore qualità del gruppo. All’interno del gruppo Reply ha avuto responsabilità su funzioni strategiche quali: sistema informativo, gestione operativa (Operations Office), qualità, audit & compliance, internal control, sicurezza del lavoro e privacy. È anche membro del consiglio di amministrazione di Reply dal 2000.
COS'ERA LA REGIA FABBRICA DEI VETRI E CRISTALLI DI CHIUSA PESIO?
Nel 1760, con capitale stanziato dalle Regie Finanze, venne formata una società che acquistò alcuni edifici in Regione Paschero, stipulò un contratto con i Padri della Certosa di Pesio per una somministrazione ventennale di legname e diede inizio alla costruzione degli edifici destinati ad ospitare la Vetreria. La struttura della Vetreria comprendeva al piano terreno i due casoni delle fornaci, i magazzini della calce, sabbia, salino e dei prodotti finiti, i locali per le varie lavorazioni, il laboratorio del fabbro e del falegname, la scuderia e la cappella con annessa la sacrestia. Ai piani superiori erano ubicati gli alloggi delle maestranze, serviti da un ballatoio interno, i locali dell’amministrazione e l’alloggio del Direttore. Vi era inoltre il canale derivato dal torrente Pesio a monte dell’abitato che consentiva l’approvvigionamento del legname attraverso la flottazione dei tronchi dall’alta valle alla vetreria e consentiva il movimento delle macine dello stabilimento. Per garantire una manodopera qualificata, le maestranze inizialmente furono in massima parte costituite da operai boemi, francesi e veneziani. Nel 1773 con decreto di Vittorio Amedeo III le Regie Vetrerie vennero affittate a privati. La produzione venne interrotta nel 1799 per l’occupazione della fabbrica da parte delle truppe francesi ed austriache. Superata la crisi la Vetreria riprese a pieno ritmo un’attività produttiva di alto livello, a coronamento della quale i suoi prodotti vennero insigniti, nell’Esposizione di Parigi del 1806, della prestigiosa medaglia d’argento. Quattro anni dopo, in seguito alla “Alienazione dei beni nazionali”, la Vetreria passò alla proprietà privata dei Saroldi e Avena. Nel 1856 la fabbrica cessò completamente l’attività produttiva. Abbattuti i casoni delle fornaci, l’edificio civile venne smembrato in due lotti: una parte che prospetta verso l’abitato di Chiusa Pesio, dal 1878 alla seconda guerra mondiale, venne utilizzata quale caserma degli alpini ed stata ristrutturata dal Comune, l’altra venne adibita a sontuosa abitazione degli Stuaut – Avena con la costruzione di un monumentale scalone in marmo. Ora questa ala dell’edificio, venuto in possesso ad un ordine religioso femminile nel 1968, è oggetto del progetto di recupero da parte dell’imprenditore Oscar Pepino.
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