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Hanno messo a repentaglio la propria vita per salvare quella degli altri

Encomio solenne per due carabinieri in servizio in Val Bormida

Hanno messo a repentaglio la propria vita per salvare quella degli altri

Nel corso delle celebrazioni del 4 Novembre due militari del comando provinciale dei carabinieri di Savona hanno ricevuto un encomio solenne per aver messo a rischio la propria vita in due diverse operazioni di salvataggio. Si tratta del brigadiere Fabrizio Bava, in servizio al Nucleo Radiomobile di Cairo Montenotte dal 2007, e dell’appuntato scelto Marcella Prandi, ex gruppo sportivo carabinieri nel nuoto salvamento, in forza alla stazione di Carcare. A rendergli gli onori il tenente colonnello Paolo Belgi, comandante del reparto operativo provinciale dell’Arma.

Il brigadiere Fabrizio Bava, durante l’alluvione del 26 ottobre 2024, era in turno serale insieme all’appuntato Fabio Ferrari: verso le 21 la situazione stava precipitando con esondazioni del Bormida e diverse frane. «Di nostra iniziativa ci siamo posizionati sulla Sp29 per bloccare le auto in prossimità di uno smottamento – racconta Bava –. Ad un certo punto si avvicina a noi un signore spiegando che la figlia e il suo ragazzo erano bloccati in macchina a Bragno: abbiamo avvisato la centrale e siamo andati a vedere. Lungo il tragitto siamo passati accanto al parcheggio della Trench e abbiamo visto dei mezzi dei Vigili del fuoco; poche centinaia di metri più avanti siamo arrivati dove era stata segnalata la macchina. La situazione era molto critica, la strada era un lago e l’auto sommersa per metà con acqua all’interno. Dentro c’erano due persone. A quel punto mi è venuto in mente di tornare indietro a chiedere aiuto ai Vigili del fuoco, ma il loro mezzo anfibio era in panne. Due pompieri sono venuti con noi, uno è sceso imbragato verso l’auto, ha lanciato la cima della corda, mi sono legato e gli sono andato dietro. Tenendoci al guard rail siamo riusciti a raggiungere il mezzo. Non c’era modo di aprire le portiere perché l’acqua era oltre i finestrini, così abbiamo rotto il lunotto posteriore e siamo riusciti a far uscire i due ragazzi che erano nel panico. Pian piano, tenendoci al guard rail, a fatica siamo riusciti a riportarli verso la porzione di strada non allagata».

Il 22 luglio scorso, Marcella Prandi era libera dal servizio, e si trovava in uno stabilimento balneare di berteggi con la famiglia. «Il mare era molto mosso, mareggiata forte, bandiera rossa, onde di due metri e forte corrente verso gli scogli – spiega l’appuntato scelto – Una persona mi ha avvisato di aver notato il bagnino scendere dal trespolo e correre verso la scogliera. Sono partita anche io di corsa e ho visto alcuni bagnanti in difficoltà vicino alla scogliera. Io e il bagnino ci siamo tuffati, d’istinto sono andata verso il più lontano, l’ho allontanato dagli scogli e riportato a riva. Il problema è anche stato che altre persone si sono buttate in acqua per intervenire, ma non tutti avevano le capacità per aiutare in quelle condizioni difficili: così, una volta effettuato il primo salvataggio mi sono rituffata per aiutare gli altri».

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