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24 Novembre 2025 - 10:47
È notizia di questi giorni, l’arresto di cinque giovani nel Cuneese, sorpresi in possesso di un gran quantitativo di droghe di vario genere, tra cui anche “cocaina rosa”, una sostanza oggi tristemente “di moda”. Sul tema delle sostanze stupefacenti, con particolare riferimento a quelle di ultima generazione, interviene il dottor Francesco Balbo, farmacista monregalese e studioso di neuroscienze e di medicina delle dipendenze, con un interessante approfondimento.
«La cocaina rosa è diventata una delle tendenze più insidiose nelle serate giovanili: polvere brillante, packaging curato, “esperienza da vip”. Ma non lasciamoci ingannare dall’apparenza: di cocaina pura, nella maggior parte dei casi, ce n’è pochissima o per nulla. Quello che davvero si consuma è un cocktail “su misura”: MDMA, ketamina, caffeina, lidocaina, e spesso anche molecole sintetiche sofisticate, come nuovi cannabinoidi, benzodiazepine o stimolanti, che non sono tracciabili nei test standard – spiega Balbo –. Questo miscuglio è pericoloso non soltanto perché imprevedibile, ma perché creato senza alcun controllo di purezza. Le reazioni tra sostanze diverse possono scatenare crisi ipertensive, ictus, infarti, oppure provocare stati dissociativi e allucinatori che portano a comportamenti pericolosi: deliri, illusioni di invincibilità, azioni violente, incidenti stradali. Se poi la polvere rosa viene assunta insieme all’alcol – come spesso accade durante le serate – il rischio si moltiplica: perdita di coscienza, aritmie, crolli fisici».
Il danno più profondo: il cervello dei giovani
«Il pericolo più subdolo è quello che colpisce i giovani. Il cervello umano non è un organo “finito” alla nascita: le sue strutture esecutive più sofisticate (come la corteccia prefrontale) continuano a maturare fino a circa 22-25 anni, e in alcuni soggetti anche più tardi. L’uso di droghe stupefacenti – THC naturale, THC sintetico, MDMA, psichedelici – interferisce con questo sviluppo. Non solo impedisce di raggiungere il potenziale cerebrale naturale, ma può causare una degradazione funzionale reale: migliaia di neuroni danneggiati, reti neuronali alterate, compromissione della capacità di pensare, decidere, regolare le emozioni – aggiunge Balbo –. Gli effetti si manifestano in modi diversi: sindrome demotivazionale, perdita di interessi, instabilità emotiva, impulsi violenti o psicotici. In contesti estremi, tra adolescenti e giovani, si osservano violenza, deliri, aggressività – esattamente perché il cervello, sottoposto a sostanze, “non lavora” più come dovrebbe».
Il rischio psichiatrico legato al THC
«Il consumo di THC naturale in Italia è molto diffuso tra i giovani: secondo la Relazione annuale sulle dipendenze del 2024, nella fascia 15‑19 anni circa il 21% riferisce di aver consumato cannabinoidi. Inoltre, studi clinici mostrano che il 10‑20% dei consumatori abituali di cannabis potrebbe sviluppare disturbi psicotici di lunga durata, come la schizofrenia. A livello italiano, una parte significativa dei pazienti che sperimenta un episodio psicotico legato al THC ha una storia di uso cannabis: in uno studio su giovani con esperienze psicotiche e dissociative, l’uso prolungato è associato a un decorso psichiatrico più grave. Una ricerca condotta da centri psichiatrici italiani ha inoltre descritto forme di psicosi simili alla schizofrenia “indotte” da cannabis, dimostrando che il THC non è un agente innocuo, ma può funzionare come facilitatore di malattie psichiatriche in soggetti vulnerabili. Con i cannabinoidi sintetici, il pericolo è ancora più marcato: molte di queste molecole sono molto più potenti del THC naturale, e sono state associate a psicosi acute che durano ore o giorni, con ricoveri psichiatrici. Anche se i dati italiani specifici su SCRA (synthetic cannabinoids) sono ancora limitati, la presenza di queste sostanze nel mercato delle nuove droghe è confermata nella Relazione antidroga italiana».
Conseguenze sociali e legali
«L’uso di droghe non è un “problema solo personale”: ha ricadute su tutta la società. Giovani sotto effetto di sostanze sono più a rischio di incidenti stradali, di atti violenti, di comportamenti illegali o pericolosi. Non è raro che chi consuma “cocaina rosa” o THC finisca coinvolto in aggressioni, abusi o incidenti, proprio perché la percezione della realtà è distorta e il controllo è compromesso».
«Come studioso appassionato della farmacologia, delle neuroscienze, della medicina delle dipendenze, lancio un avvertimento serio: la cocaina rosa non è un’escapologia glamour, e per estensione l’uso di THC (naturale o sintetico) e di tutte le sostanze d'abuso non è una scelta innocua. Dietro l’immagine scintillante di una serata trasgressiva all'insegna del “ma sì, dài proviamo, non siamo mica tossici”, si nascondono rischi reali e drammatici per la salute mentalà, in particolare nei cervelli giovani ancora in sviluppo. Le conseguenze possono essere invisibili ma devastanti: perdita di equilibrio cognitivo, psicosi, malattie psichiatriche gravi, comportamenti violenti. Chi crede di “divertirsi un po’” con la polvere rosa o con qualche tiro di canna o con altro, dovrebbe sapere che ciò che sembra un gioco può trasformarsi in una trappola per la mente, con effetti che durano ben oltre la notte. Ovviamente queste sostante – conclude Balbo – fanno male anche agli adulti, per molti motivi, non ultimo il fatto che i figli poi imitano i genitori. Ciò accade non solo in realtà disagiate, anzi».
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