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25 Novembre 2025 - 20:53
Se una donna italiana su tre afferma di aver subito, nella vita, violenze di un qualche tipo. Allora, sì: c’è bisogno del 25 Novembre. Ce n’è bisogno eccome.
Martedì 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, a Mondovì è stata inaugurata una nuova “panchina rossa”, questa volta davanti all’Ospedale “Regina Montis Regalis”.

Un’iniziativa che ha visto coinvolti tanti soggetti: l’Asl CN1, con Fondazione Onda ETS (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna), Open Week Contro la Violenza sulla Donna, il C.U.G. aziendale, il Comune di Mondovì e l’Assessorato alle Pari opportunità, la Consulta comunale femminile, il Circolo delle Idee, il Centro Antiviolenza della Croce Rossa Italiana e l’Associazione “Futuro Donna”. Presenti in prima linea i Carabinieri di Mondovì.
L’assessora Francesca Bertazzoli ha iniziato il suo intervento facendo riferimento alla recente nuova legge sul tema del “consenso libero” nei rapporti sessuali: «Se su questo tema oggi si è giunti a una trasversalità tale – ha detto – da vedere Governo e opposizioni unanimi, con l’approvazione della Camera nella sua totalità, è segno che questo tema è di enorme attualità su cui tutti possono e devono lavorare assieme». Il contorno di iniziative messe in atto a Mondovì lo dimostra: serve una rete, una rete a maglie strettissime che consenta di sostenere in ogni modo le vittime. «Il “femminicidio” non è un “reato” riconosciuto: ma oggi, in una situazione in cui un omicidio volontario su tre ha come vittima una donna, quando a commettere l’omicidio è il partner o l’ex nel 95% dei casi la vittima è una donna. E questo ci fa capire che è importantissimo intervenire su questo tema. La sensibilizzazione è importantissima, parlarne è importantissimo: nei giorni attorno al 25 Novembre le chiamate al numero di emergenza 1522 salgono di otto volte».
Giuliana Turco, referente del Cento antiviolenza della Croce Rossa: «La nostra attività deve sempre essere duplice. Da un lato il supporto alle vittime, che svolgiamo in costante collaborazione con il DEA e con le Forze dell’ordine. Dall’altra la sensibilizzazione e la prevenzione, nella società o nelle scuole. Quest’anno, per esempio, abbiamo organizzato il convegno il 29 novembre dove tratteremo il tema dal punto di vista degli aggressori, degli uomini violenti: si deve lavorare tanto anche su questo».
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