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17 Dicembre 2025 - 08:19
Il Piano Regolatore è scaduto nel 2014: la revisione è ancora in corso
A un anno e mezzo dall’approvazione del “documento preliminare”, la città fa finalmente un altro passo nel (lunghissimo) cammino urbanistico di approvazione del nuovo Piano regolatore.
Una cosa di cui si parla da ormai undici anni ma che, nella concretezza, ha iniziato a disegnarsi fra il 2021 e il 2022. E che ha preso la sua forma a metà 2024. Ed è lecito attendersi, a questo punto, che il 2026 possa essere l’anno “finale”. O quantomeno sperarlo: la Giunta Robaldo potrebbe portare a casa la revisione entro la fine del mandato.
La scorsa settimana, in una riunione “di Commissione”, l’assessora Bertazzoli ha presentato ai consiglieri la “Proposta tecnica di progetto definitivo”.
A fare un riassunto dell’iter della revisione del PRGC di Mondovì, ci si perde. Limitiamoci ai punti fondamentali: una sintesi veloce, troppo, dei passaggi politici. Il Piano regolatore – il più importante strumento di pianificazione urbanistica della città – è scaduto dallo scorso decennio. Tutt’ora la città “vive” con una pianificazione urbanistica datata 2004: un documento “passato alla storia” (e alla cronaca) soprattutto per le previsioni clamorosamente sbagliate sulla crescita demografica di Mondovì.
Ci si immaginava che la città potesse aumentare da 22 mila a 34 mila abitanti (cosa, ovviamente, mai successa). Questo Piano regolatore avrebbe dovuto essere revisionato – pensate! – nel 2014. L’iter per la variazione iniziò già con la Giunta Viglione, ma poi si arenò negli scogli della divisione politica interna. Riprese con l’Amministrazione Adriano, ma il Covid e la nuova norma regionale allungarono i tempi. E arriviamo al dicembre 2021, quattro anni fa: quando il Consiglio comunale approvò, all’unanimità, la “proposta tecnica” del progetto preliminare.
Ci sono poi voluti due anni mezzo per arrivare al momento di discussione del progetto preliminare vero e proprio: luglio 2024. Qui, l’armonia si ruppe: nella discussione-fiume vennero a galla anche alcune perplessità del Centrosinistra, che si astenne.
Cosa “contiene” questo nuovo Piano regolatore? Anche qua, tocca fare una sintesi estrema: è un documento che fissa tutta una serie di linee guida per limitare il consumo di suolo e le nuove cementificazioni e, per contro, incentra il futuro sviluppo della città su recupero, riqualificazioni, conservazione. E va a far scattare, fra l’altro, le cosiddette “clausole di salvaguardia”.
Dal luglio 2024 a oggi, però, ci sono stati alcuni passaggi: oltre una “seconda approvazione” per correzioni di errori nelle tavole (settembre 2024), si sono aperte le procedure per le osservazioni dei cittadini (privati e, in larga misura, professionisti). Ne sono arrivate alcune centinaia: la maggioranza di queste è stata recepita. Dunque, in sostanza, ora esiste un progetto preliminare “integrato” con le osservazioni recepite. Non è quello approvato l’anno scorso: ne è una versione, diciamo così, “emendata”. Serviva un passo ulteriore.
La scorsa settimana l’assessora all’Urbanistica, Francesca Bertazzoli, ha sottoposto ai consiglieri (minoranze comprese), il nuovo documento. Ci sarebbe anche stata una votazione, unanimemente positiva: non era vincolante, ma è un passaggio politico interessante per almeno tre motivi.
Primo, perché consente alle minoranze di visionare ciò di cui si sta parlando; secondo, consente alla maggioranza di poter “rimarcare” l’avvallo; e terzo, apre la strada alla Giunta per approvare finalmente la “bozza tecnica di progetto definitivo”. Con due conseguenze: l’inizio delle conferenze di co-pianificazione (che, realisticamente e visti i tempi tecnici, potrebbero partire a febbraio) e la possibilità di far scattare le “clausole di salvaguardia” sulle nuove tavole. Una volta approvato dalla Giunta, si passerà all’ultima parte dell’iter: quella del progetto definitivo. Che Mondovì attende dal 2014.
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