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Dal Medioevo alla musica elettronica: se una lingua misteriosa diventa musica

L'album di Carlo Dardanello rilegge i "Sermones Subalpini", testo misterioso del 12º - 13º secolo in Piemontese antico in un album di sperimentazioni elettroniche

Dal Medioevo alla musica elettronica: se una lingua misteriosa diventa musica

Suggestioni musicali fuori dal tempo, alla ricerca di una nuova via per la trascendenza. Questa è la prima impressione all’ascolto dei “Sermones Subalpini rielaborati dal poeta e artista Carlo Dardanello. Si tratta di un curioso album, realizzato interamente in casa dal musicista e pubblicato su Bandcamp, che presenta sicuramente tratti peculiari. La suggestione di partenza nasce, appunto, dai “Sermones”, questi testi risalenti al XII e al XIII secolo, noti principalmente agli studiosi, che sono scritti in una lingua ritenuta da alcuni studiosi una sorta di versione primitiva di quello che sarebbe poi divenuto il dialetto piemontese.

Altri invece la ritengono semplicemente una variante delle lingue d’Oil e d’Oc. Sono 22, riportati su un manoscritto custodito alla Biblioteca nazionale di Torino. Il fascino di questi testi è anche legato al periodo di cui sono espressione, caratterizzato dal fermento della diffusione delle eresie valdesi e catare, e dal grande dibattito politico e religioso. Dardanello, che ha nel dialetto e nelle parlate locali, parte dei suoi interessi artistici (ha pubblicato, tra l’altro, diverse raccolte di poesie dialettali, tra cui l’ultima è “Le poisie d’la cantaran-a” uscita nel 2008 per Primalpe) ha voluto partire da qui per imbarcarsi in un viaggio sonoro molto sperimentale, per certi versi affine alle ricerche del primo Battiato. Utilizzando strumenti a fiato (clarinetto basso, clarinetto, sassofono contralto e soprano) oltre a tastiere e sintetizzatori, e con l’uso di sovraincisioni ha confezionato delle improvvisazioni musicali, su cui ha inserito porzioni di questi testi antichi. La voce è pesantemente trattata con effettistica varia, tra cui il Chorus, per dare l’impressione di “moltiplicarla”.

L’effetto finale è quello di un’atmosfera sonora immersiva in cui perdersi, per un ascolto che cerca, attraverso strade poco battute, il racconto della trascendenza e della contemplazione, per restituire alla modernità il senso di questi testi senza tempo. «Tutto nasce sul momento, senza partiture – ci racconta Dardanello –: questi “Sermones Subalpini” sono un documento molto particolare e discusso della cultura piemontese. Una testimonianza del passato che mi è sembrato un buon modo per entrare in un contesto sonoro che fosse diverso dal solito». Per ora l’album è reperibile e ascoltabile su Bandcamp, non si esclude in futuro la possibilità di effettuare performances dal vivo. «Avevo un progetto che si è un po’ interrotto – dice Dardanello –: non escludo nulla, bisogna vedere se si creerà la giusta intesa con musicisti interessati ad approfondire questo discorso. Certo che la versione dal vivo per forza di cose dovrà essere diverso da quello registrato, anche se si cercherà di mantenerne inalterato lo spirito e il sound». L’album è pubblicato per l’etichetta “Matamures”.

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