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La memoria non va in vacanza. Dal cuneese ad Auschwitz: MEMO4345 apre durante le feste

Le aperture del percorso multimediale storico-didattico di Borgo San Dalmazzo

La memoria non va in vacanza. Dal cuneese ad Auschwitz: MEMO4345 apre durante le feste

Il percorso multimediale storico-didattico dedicato alla Shoah MEMO4345 di Borgo San Dalmazzo è aperto anche durante le festività natalizie il 27-28 dicembre e il 3-4 gennaio. Chiuso martedì 6 gennaio. Visite guidate con partenza tour la mattina alle ore 10.30, il pomeriggio alle ore 14.30 e 16.30. È consigliata la prenotazione scrivendo a info@memo4345.it o telefonando all'ufficio turistico di Borgo San Dalmazzo allo 0171 266080.

MEMO4345 è un percorso multimediale storico-didattico dove i visitatori, guidati alla conoscenza e alla riflessione sugli elementi essenziali della Shoah in Europa, possono approfondire la storia dei 357 ebrei (334 stranieri, 23 italiani) deportati ad Auschwitz dal campo di concentramento attivo a Borgo San Dalmazzo tra il settembre 1943 e il febbraio 1944.

L’allestimento si trova all’interno della ex Chiesa di Sant'Anna, a lato del Memoriale della Deportazione, a pochi passi dalla stazione ferroviaria dalla quale partirono i convogli verso i campi di sterminio nazisti. Dal martedì al venerdì apertura su richiesta per gruppi e scolaresche.

Quello di Borgo San Dalmazzo, collocato in una caserma degli alpini intitolata ai “Principi di Piemonte”, a poca distanza dalla stazione ferroviaria e all'imbocco delle valli Gesso e Vermenagna, era un campo di transito. Funzionò come campo di raccolta di ebrei, italiani e non, tra il 18 settembre 1943 e il 21 novembre 1943; e poi – sotto controllo repubblichino – dal 9 dicembre al 13 febbraio 1944.

Da questo Lager passarono circa quattrocento persone, delle più diverse nazionalità europee (come riporta il sito dell'ANED l'Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti): per molte di esse il campo costituì il punto di non ritorno di una fuga che durava ormai da cinque anni. Di lì, più di 300 avranno come meta finale Auschwitz, a cui sopravvissero, secondo le ultime ricerche, non più di dodici persone; due vennero avviati a Buchenwald.

Tra questi “nemici del Reich” e della Repubblica di Salò – 148 donne e 201 uomini gli internati nella prima fase di attività del campo, 18 donne e 8 uomini, in prevalenza italiani, per la seconda fase – non mancano i giovanissimi: 78 non arrivano ai ventuno anni; sette di loro avevano meno di un anno di età. Ventisei sono gli ultrasessantenni (di cui tre ottantenni).

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