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Su Rai 3, "Geo" dedica l'apertura di puntata al "paese dei lapacuse"

Sorpresa della vigilia di Natale. Sapete perché gli abitanti del borgo venivano chiamati così?

Su Rai 3, "Geo" dedica l'apertura di puntata al "paese dei lapacuse"

Un'immagine tratta dal video

Una sorpresa dal sapore autentico ha aperto la vigilia di Natale su Rai 3. La puntata del 24 dicembre della trasmissione Geo si è infatti inaugurata con il filmato Il paese dei lapacuse, un omaggio a Piozzo e alla sua profonda, quanto curiosa, tradizione legata alla coltivazione delle zucche. Un racconto per immagini che ha riportato sotto i riflettori nazionali una storia di terra, memoria e biodiversità.

Il video, già presentato in precedenti occasioni, è stato realizzato da Carlo Bava insieme alla moglie Maria Cristina Pasquali, da anni grandi amici di Piozzo e della Pro Loco. Il loro lavoro è parte di un impegno costante nella valorizzazione della Fiera della Zucca e, più in generale, della cultura agricola piozzese, che affonda le radici in un passato fatto di gesti semplici e di un rapporto diretto con la campagna.

Un tempo, infatti, la zucca non era soltanto cibo. I contadini la svuotavano, la lasciavano essiccare e la trasformavano in una sorta di borraccia, leggera e resistente, da portare con sé durante le lunghe e faticose giornate nei campi. Proprio da questa abitudine nasce il soprannome degli abitanti di Piozzo: «lapacuse», ovvero «coloro che bevono dalla zucca». Un’immagine potente, capace di evocare un’economia contadina in cui ogni risorsa della terra veniva utilizzata con ingegno.

Il filmato racconta come, sul finire del Novecento, un gruppo di amici abbia deciso di trasformare quel soprannome, quasi dimenticato, in un progetto concreto di valorizzazione della biodiversità. L’idea era semplice quanto ambiziosa: rendere omaggio ai lapacuse con un grande campo di zucche. Non solo le tradizionali «cuse» da fiaschetta, ma un vero e proprio viaggio nel mondo delle cucurbitacee.

Si parte così con la semina di una cinquantina di varietà, per arrivare, anno dopo anno, a una collezione straordinaria che oggi conta circa 600 tipi tra zucche, meloni, angurie e altre specie affini. Un patrimonio agricolo e culturale che ha dato vita a una fiera capace di attirare migliaia di visitatori, curiosi di stupirsi davanti a forme insolite, colori sorprendenti e sapori per tutti i gusti.

La Fiera della Zucca di Piozzo è diventata così il simbolo di una cultura rinnovata e di una coltura in fase di rilancio. Un percorso che ha portato anche alla riscoperta e alla promozione di un’antica varietà locale, la zucca «Piozzo», emblema di un legame profondo tra identità e territorio.

L’apertura di Geo con Il paese dei lapacuse non è stata solo una vetrina televisiva, ma un riconoscimento importante: la dimostrazione che dalle tradizioni più umili possono nascere storie capaci di parlare al presente, insegnando il valore della memoria, della biodiversità e del rispetto per la terra.

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