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28 Dicembre 2025 - 13:58
Mercoledì, nella Chiesa dei Battuti di Fossano, l’Associazione culturale ‘Piero Dardanello’, in collaborazione con il Liceo “Ancina” e con il sostegno della Fondazione CRF, ha organizzato un incontro dedicato a un tema di stretta attualità: la sicurezza nello sport.
L’appuntamento prende spunto da tragedie recenti che hanno scosso il mondo dello sci: pochi mesi fa, a La Parva in Cile, il giovane azzurro Matteo Franzoso ha perso la vita durante un allenamento. Un episodio che ha ricordato la scomparsa, nel 2024, di Matilde Lorenzi, campionessa italiana di Super Gigante, morta nemmeno ventenne.
Proprio i genitori di Matilde, Adolfo Lorenzi ed Elena Rosa Cardinale, fondatori della fondazione intitolata alla figlia, hanno partecipato come relatori, insieme al giornalista ed ex sciatore della “Valanga azzurra”, Paolo De Chiesa. I Lorenzi hanno tratteggiato un ritratto vivo e intenso della figlia, raccontandone la voglia di vivere e la determinazione, davanti a una platea di numerosi studenti.«Matilde era una ragazza normale – hanno detto –: conciliare scuola e sport non era semplice. Però quando si poneva un obiettivo non mollava mai. Cercate di dare il massimo anche voi. Come diceva Matilde, l’importante è non avere mai rimpianti».
De Chiesa ha lanciato una forte accusa al mondo dello sci: «Lo sci è pericoloso – ha spiegato – e lo è sempre di più a causa dei materiali complessi da gestire. Serve una cultura della sicurezza sulle piste, per proteggere gli atleti. La Federazione è intervenuta tardivamente, con l’introduzione dell’omologazione per le piste di allenamento, non senza polemiche».
Tra il pubblico è intervenuto anche Paolo Abbruzzese, padre di Marco, giovane atleta azzurro, per condividere l’esperienza di genitore: «Vivo le gare con molta più ansia. Mio figlio era a La Parva con Franzoso, abbiamo vissuto in diretta quanto accaduto. Sulla mia scrivania ho la locandina “Matildina for safety”».
Un segmento dell’incontro è stato dedicato alla biografia “Ho sfiorato il cielo”, scritta da De Chiesa con Sergio Berarducci, in cui l’ex atleta racconta episodi inediti della propria vita:«Quando avevo ventidue anni, la mia ex ragazza mi ha sparato in faccia e sono sopravvissuto per miracolo. Pian piano ho ripreso a vivere e ho voluto fare una grande scommessa con me stesso. Con allenamenti e duro lavoro, dopo tre anni mi sono classificato terzo in Coppa del Mondo a Madonna di Campiglio. Ritengo così di aver vinto le mie personali Olimpiadi».
L’incontro ha così unito ricordo, testimonianza e messaggio di sicurezza, coinvolgendo studenti e appassionati in una riflessione sull’importanza di proteggere chi pratica sport a livello agonistico.
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