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Brigitte Bardot e i ricci delle Langhe: l’eredità più tenera della diva

Addio alla leggendaria attrice, aveva 91 anni. Dopo il cinema, si era spesa a lungo in difesa degli animali

Brigitte Bardot e i ricci delle Langhe: l’eredità più tenera della diva

Brigitte Bardot in Brasile, nel 1964. Nel riquadro, uno dei ricci curati dal Centro di Novello

Il mondo piange oggi la scomparsa di Brigitte Bardot, leggendaria attrice francese e simbolo di bellezza e libertà degli anni ’50 e ’60, morta all’età di 91 anni il 28 dicembre 2025. Oltre alla sua straordinaria carriera cinematografica, Bardot lascia un’eredità duratura come instancabile difensore dei diritti degli animali, un impegno che l’ha accompagnata per quasi mezzo secolo dopo il ritiro dalle scene cinematografiche.

Già negli anni ’60 la sua sensibilità verso gli animali si manifestò in gesti concreti, segnando il momento in cui decise di abbandonare il cinema per dedicarsi alla causa animalista, fino alla creazione nel 1986 della Fondation Brigitte Bardot, impegnata nella protezione di specie domestiche e selvatiche attraverso campagne di sensibilizzazione, soccorso e sterilizzazione. 

Un legame speciale con l’Italia e i ricci delle Langhe
Tra le numerose iniziative dell’icona francese c’è stato anche un toccante rapporto con il Centro Recupero Ricci “La Ninna” di Novello (Cuneo), una realtà che si occupa dal 2014 della cura e del reinserimento in natura di centinaia di ricci ogni anno. 

All’inizio del 2025 Bardot aveva deciso di firmare la prefazione dell’edizione francese del fumetto 75 kg di felicità, dedicato alla storia del centro e del suo fondatore, il veterinario Massimo Vacchetta. Il volume — tradotto grazie alla volontaria francese Florence Marchal e illustrato da Roberta Morucci — racconta con delicatezza l’impegno quotidiano per salvare ricci orfani e feriti, specie che rischia l’estinzione a causa dell’impatto umano e del cambiamento climatico.

In una lettera personale, Bardot aveva definito il lavoro de “La Ninna” come fonte di ispirazione e speranza, confessando il suo amore per questi piccoli mammiferi e dedicando loro parole profonde di sostegno. Alla lettera aveva accompagnato anche un disegno di un riccio che annusa un fiore, simbolo della sua empatia per tutte le forme di vita.

Un’eredità che supera i riflettori
La partecipazione di Bardot a progetti come quello de “La Ninna” testimonia come la sua dedizione verso gli animali abbia travalicato i confini nazionali, trasformando la fama in responsabilità sociale e culturale. Anche attraverso un fumetto per ragazzi e adulti, la sua voce ha aiutato a portare all’attenzione pubblica temi di conservazione e rispetto della fauna minore, spesso invisibile ma fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi.

Con la sua morte se ne va non solo una delle figure più iconiche del cinema mondiale, ma anche una donna che ha saputo trasformare la propria notorietà in una missione di cura, empatia e tutela degli esseri viventi. Nel silenzio delle campagne di Novello come nelle capitali mondiali, il richiamo alla protezione degli animali continuerà a risuonare, grazie anche al seme che Brigitte Bardot ha piantato con passione e determinazione.

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