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Un mago lotta contro gli zombie a Torino: Il curioso caso di Toni Bellasalma scuote il fumetto italiano

Il fumetto della Bugs Comics, creato dallo sceneggiatore di origini cuneesi Luca Blengino, è una sfida coraggiosa alle edicole in un registro che miscela humour nero e rimandi alla Torino esoterica.

Torna in edicola il fumetto horror ambientato a Torino

Un mago torinese, humour nero senza freni e un horror che non si prende mai troppo sul serio: con il secondo numero di Toni Bellasalma, Bugs Comics conferma una delle scelte più insolite e interessanti del fumetto seriale italiano recente. Dopo aver messo "in pausa" il suo primo fumetto seriale italiano, "Samuel Stern", congelato al numero 67, la casa ha inaugurato questa nuova originale proposta, un mistery in salsa sabauda con elementi umoristici. Se il fumetto sull'esorcista sui generis di Edimburgo aveva un prevalente tono serio - pur con i necessari momenti di "linea comica" affidati soprattutto ai battibecchi col sacerdote comprimario - qui prevale la scelta di un registro di humour nero, che è la cosa più originale, forse, di questo "stocastico esoterico" torinese (perito elettrotecnico, apprendiamo, di formazione).

Anche l'ambientazione italiana è un elemento di relativa originalità, rispetto alla scelta prevalente di ambientazioni anglosassoni, ma vi erano stati già pur cauti tentativi analoghi nella storia della serialità italiana (il soggiorno a Firenze di Martin Mystere per una stagione del personaggio, Long Wei di Cajelli ambientato a Milano, una stagione di Orfani di Recchioni con scorribande per l'Italia post-apocalittica, i romani Valter Buio e Mercurio Loi di Bilotta... limitandoci ovviamente solo al seriale da edicola: nel fumetto d'autore è una scelta frequente).

La cosa è affrontata anche nel primo numero della classica posta dei lettori, qui chiamata "Chiacchiere da baretto" (coerentemente col personaggio che in un bar malfamato ha il suo "ufficio"): nella risposta si rivendica questa scelta di Torino come perfetta ambientazione per un horror: "La villa delle anime maledette, Ubaldo Terzani horror show… Lo stesso Profondo Rosso di Dario Argento vede molte scene girate a Torino."

Se già la scelta dell'ambientazione italiana è meno ovvia, è ancor più originale la scelta di un registro così nettamente ironico in un contesto però avventuroso e realistico; viene da pensare per certi versi, come già detto recensendo il numero uno, ad alcuni aspetti di Constantine e, in Italia, di John Doe di Recchioni, ma va riconosciuto che il taglio così scanzonato ha una sua specificità.

Il titolo gioca in modo ironico con "La notte dei morti viventi", storico film di Romero sugli zombies, e anche se gli autori ed editori ci tengono molto a prendere le distanze dal modello Dylan Dog (caso ideale di successo in edicola con un investigatore dell'incubo) è innegabile che si pensi un po' anche al numero uno dylaniato, "L'alba dei morti viventi", che a sua volta ovviamente cita Romero (qui evocato anche nella citazione della scena splatter delle "forbici in fronte" allo zombie, presente nel numero 1 dylaniato).

I disegni di Marco Forte sono puliti ed efficaci, e servono bene la storia mantenendo le scelte stilistiche del primo numero, con ovviamente neri molto caricati per atmosfere cupe ma anche un segno lievemente umoristico e caricaturale nella recitazione di volti e corpi dei personaggi. Pur accompagnando bene questo tono umoristico, Forte realizza anche alcune scene molto efficaci dal punto di vista orrorifico, in particolare quelle molto evocative nella villa in collina (che potrebbe per molti aspetti far pensare a uno sconfinamento nell'albese, non dichiarato).

Ovviamente, l'indagine parte dalla manifestazione di uno zombie e lo sviluppo è coerente al titolo, ma non aggiungiamo molto su questo lasciando al lettore, se lo vorrà, il piacere della lettura dell'albo. Possiamo solo dire che , nonostante la scelta più ironica, si mantiene la classica metafora dello zombie come correlativo di un problema sociale: ma in fondo è una cosa coerente, perché l'ironia di Bellasalma è comune un humour nero e acido, che ben si sposa con un pizzico di satira sociale.

L'azione è come al solito scanzonata e ironica, con Toni che affronta il caso con un mix di irridente superficialità e brillantezza occasionale, che porta con eleganza la storia alla sua conclusione nell'arco delle 66 pagine dell'albo, confermando la bravura di Blengino come sceneggiatore. 

Insomma, una sfida produttiva indubbiamente coraggiosa e sicuramente ben studiata per Bugs, che ha arrischiato un approdo alle edicole ormai sempre più in calo come sbocco del fumetto italiano, orientato prevalentemente alla libreria. Una salutare scossa a una situazione stagnante, che da anni non vede testate di nuovi personaggi. Ci auguriamo che possa essere un segnale di una "nuova via" al fumetto da edicola, che ne conserverebbe una dimensione autenticamente popolare.

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