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16 Maggio 2021 - 08:59
L’idea è semplice: dal momento che le nuove norme anti-Covid permettono la consumazione solo en plein air – che sia una pizza, un panino o un piatto di ravioli –, ma contando che non tutti gli esercizi possono fare affidamento su tavolini privati sufficienti alla clientela abituale, perché non trasformare l’agorà medievale in un dehor a cielo aperto?
«Anche solo per la consumazione da asporto – ci aveva spiegato Mattia Germone –, senza servizio al tavolo». Chi vuole pranzare, mangiare un gelato o fare un aperitivo può ordinare al bar e poi portare la consumazione al tavolino. E niente mega-tavolate da festa di paese, che oltre a essere un pugno nell’occhio per il contesto medievale comportano immediati rischi di assembramento, ma tavolini piccoli, da due o quattro persone.
Due settimane fa il Comune di Mondovì con un'ordinanza, ha varato un provvedimento in favore di tutte le attività di pubblico esercizio per agevolare l’installazione di dehors senza pagare la tassa di occupazione suolo pubblico: «Sono consentiti, da parte degli esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, la collocazione ex novo e l’ampliamento dei dehors esistenti, in deroga all’attuale regolamento. La collocazione di tavolini e sedie potrà avvenire su aree fronte esercizio, laterali o fronte strada, anche collocate a distanza, in deroga ai criteri di sorvegliabilità, ovvero anche quando l’area concessa non sia visibile dal locale del pubblico esercizio, purché il titolare assegni, a personale appositamente incaricato, il compito di vigilare stabilmente sull’area utilizzata e non sorvegliata dal locale».
L’ordinanza consente di piazzare tavolini, sedie, ombrelloni e fioriere per delimitare, purché “coerenti col contesto urbano”. Tutto questo chiede ovviamente di tenere conto dell’eventuale traffico nei dintorni del luogo, della sicurezza stradale o dell’occupazione in caso di mercato. L’occupazione del suolo pubblico dovrà ovviamente essere autorizzata, ma è sufficiente una richiesta allo Sportello attività produttive.
E il risultato di piazza Maggiore dimostra che la scelta ripaga le aspettative.
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