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«Salvini antisemita» non è diffamazione: l’appello dà ragione a De Benedetti

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Matteo Salvini in tribunale a Cuneo

Salvini era stato definito «xenofobo, antisemita, antieuropeo» e tacciato di essere stato «finanziato da Putin». Ora la Corte d’Appello di Torino ha depositato le motivazioni della sentenza con cui Carlo De Benedetti è stato assolto dall’accusa di diffamazione nei confronti dell’attuale ministro dei trasporti. La vicenda risale al 2018, durante il Festival della Tv e dei Nuovi Media di Dogliani, quando nel corso di un’intervista a Lilli Gruber l’ex editore di “Repubblica” aveva espresso pesanti giudizi sul leader leghista. Le accuse erano state respinte con forza dal politico: «Non l’accettavo e non l’accetto tuttora, la ritengo un’infamia pesante», aveva detto durante la deposizione in Tribunale a Cuneo. Il verdetto dei giudici d’appello conferma l’assoluzione pronunciata in primo grado dal giudice Emanuela Dufour perché il fatto non costituisce reato. La terza sezione penale ha ritenuto «sostanzialmente rispettati» i presupposti per l’esercizio del diritto di critica da parte di De Benedetti. L’allora 83enne imprenditore...

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