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07 Dicembre 2025 - 01:21
Lunedì 8 dicembre, giorno solenne dell’Immacolata Concezione, in cattedrale a Mondovì Piazza, alle 15.30, ci sarà l’ordinazione diaconale di Nicolò Bellino, ventisei anni, originario di Villanova M.vì, attualmente impegnato pastoralmente presso la parrocchia di Dogliani collaborando per la Pastorale dei ministranti in diocesi. Nicolò Bellino ha frequentato a Mondovì l’Istituto Alberghiero “G. Giolitti”, quindi, dopo la maturità nel 2018, ha iniziato il corso di studi teologici allo STI, conclusi a marzo di quest’anno con il conseguimento del baccalaureato. In questi anni di formazione è stato anche per un periodo presente come animatore presso la parrocchia del Ferrone a Mondovì.
In una lettera aperta Nicolò condivide le emozioni di questo passo importante.
Caro amico, mi è stato chiesto di condividere con te alcune impressioni sul momento importante che vivrò l’8 di dicembre. Lunedì prossimo 8 dicembre, sarò ordinato diacono dal nostro vescovo. I sentimenti che provo in questo momento sono di gratitudine e anche un po’ di trepidazione, che mi sembra di poter riassumere con l’espressione “timore e gioia grande”, come per le donne che tornano ad annunciare la risurrezione agli Apostoli, sapendo di aver ricevuto un grande dono e di avere una grande responsabilità (cfr. Mt 28, 8).
La notizia di questa celebrazione arriva alla fine del percorso di seminario che per me è cominciato nel 2018 subito dopo la maturità all’Alberghiero di Mondovì, e che ho concluso (almeno nella sua parte accademica) a marzo di quest’anno. Sono stati anni intensi nei quali ho potuto prepararmi per il grande compito del ministero ordinato, ma forse ancora di più ho avuto la possibilità di consolidare, comprendere a fondo e approfondire la relazione con il Signore Gesù che già si era reso presente nei tanti volti e situazioni vissute nella mia crescita e nella comunità parrocchiale di Villanova dove ho avuto la fortuna di crescere. Lì infatti (In particolare nelle parrocchie di S. Caterina e S. Lorenzo) ho incontrato molte persone che hanno saputo testimoniare, con bellezza, la possibilità e la libertà di dedicare la vita al servizio di Dio e dei fratelli nella Chiesa.
Penso al mio parroco don Franco, a don Antonio, don Mario, alle Suore della Passione di Gesù e a tanti che, anche in silenzio e nel nascondimento, erano presenze luminose ed esempi di fede semplice e sincera. Così ho maturato l’idea di entrare in seminario e rendermi disponibile a diventare diacono, compiendo una scelta definitiva che può apparire controcorrente al giorno d’oggi dove tutto sembra invitare ad essere individualisti e scegliere solo il proprio benessere. In questo senso è bello sottolineare che diventare diacono non è solo il traguardo personale di un seminarista, ma è il dono grande che la Chiesa concede ad alcuni e che sono disponibili e che intendono conformare la loro vita a quella del Signore Gesù, cioè mettendosi a servizio dei fratelli trovando la forza nella relazione con il Padre.
Può sorgere spontanea una domanda, che in queste settimane mi è stata rivolta molte volte: "E poi, potrai fare?". Domanda lecita perché sappiamo abbastanza bene che cosa fa un prete, ma forse non conosciamo molti diaconi. Il diacono è in primo luogo un annunciatore, chiamato ad occuparsi della proclamazione della Parola del Signore, della catechesi e della predicazione. Ma ancora di più, originariamente (guardiamo agli Atti degli Apostoli) il compito del diacono è la carità. Non però fine a sé stessa, ma la carità di Cristo, che nasce e si nutre dall’Eucaristia: è in quest’ultima che la Chiesa si costituisce e trova la forza della sua carità, cioè dell’amore con cui agisce e che è chiamata a diffondere.
In ultimo, l’ordinazione diaconale già inserisce nell'ordine sacro, del quale è il primo grado. Questo significa che il diacono è a tutti gli effetti ministro ordinato e, come tale, ha il compito di collaborare con i preti ed in stretta dipendenza dal vescovo.
Concludo affidandomi alle tue preghiere perché entrando nel ministero e accogliendo questo grande dono con “timore e gioia grande”, possa mettere in pratica ciò che il vescovo chiederà al Signore nella preghiera: “Sia pieno di ogni virtù: sincero nella carità, premuroso verso i poveri e i deboli, umile e puro nel suo servizio, retto e puro di cuore, vigilante e fedele nello spirito. L'esempio della sua vita, generosa e casta, sia un richiamo costante al vangelo e susciti imitatori nel tuo popolo santo. Sostenuto dalla coscienza del bene compiuto, forte e perseverante nella fede, sia immagine del tuo Figlio, che non venne per essere servito ma per servire, e giunga con lui alla gloria del tuo Regno”. Così spero di poter esercitare il ministero che mi è affidato e così confido nella tua perseverante preghiera per me e per la nostra diocesi.
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