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18 Luglio 2025 - 15:10
Laura Bovoli, la mamma dell'ex premier Matteo Renzi
La Corte d'Appello di Torino ha confermato la sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Cuneo, assolvendo Laura Bovoli, madre dell'ex premier e presidente di Italia Viva Matteo Renzi, dal reato di concorso in bancarotta fraudolenta legata alla Direkta di Mirko Provenzano. Insieme a Bovoli, sono stati assolti anche Paolo Buono e Franco Peretta, mentre altri coimputati hanno subito pene diversificate.
Nell'udienza conclusa dopo circa due ore di deliberazione, la Corte ha respinto l'appello del pubblico ministero. Bruno Pagamici ha visto la sua condanna ridotta a due anni e quattro mesi, rispetto ai precedenti tre anni, otto mesi e quindici giorni. Le accuse contro Vincenzo Misiano e Donatella Spada, altri due imputati, sono state dichiarate prescritte.
Laura Bovoli era coinvolta nel processo in qualità di amministratrice della Eventi 6, impresa familiare attiva nel settore della distribuzione pubblicitaria. Gli eventi risalgono al 2014 e riguardano il fallimento della Direkta di Sant'Albano Stura, società incaricata da Eventi 6 per la distribuzione di volantini pubblicitari nella provincia di Cuneo. Questi materiali promozionali erano realizzati per conto di importanti catene di supermercati e distribuiti attraverso le cooperative del gruppo GSI, guidato da Giorgio Fossati. Il procedimento ha preso il via da una denuncia di Fossati, il quale vantava crediti per un milione e 300mila euro nei confronti della Direkta.
Per contrastare le richieste di pagamento, giudicate esagerate, Provenzano aveva richiesto ad Eventi 6 l'emissione di note di credito, atte a giustificare presunti disservizi delle cooperative e a ridurre i debiti nei confronti di Fossati. Una richiesta simile era stata avanzata a Paolo Buono, direttore commerciale della Gest Espaces, altro principale cliente di Direkta. Oltre a Bovoli e Buono, tra gli imputati figuravano i commercialisti di Direkta, Peretta e Pagamici, insieme ai collaboratori di Provenzano, Misiano e Spada.
È noto che i rapporti tra Provenzano e i Renzi andassero oltre la mera collaborazione lavorativa: Laura Bovoli e Tiziano Renzi, infatti, avevano invitato ripetutamente l'imprenditore alessandrino ad assistere alle partite della Fiorentina in loro compagnia. «Provenzano bussava di continuo alla porta di Eventi 6 per ottenere lavoro e finanziamenti. Spesso si recava a Firenze dai suoi amici e tornava con delle idee, a volte con delle sorprese», aveva raccontato in aula Pagamici. Tra queste "sorprese" si annovera il finanziamento da 250mila euro, sottoscritto nel settembre 2012 a favore di due testate giornalistiche toscane, "Il Reporter" e "Chianti News", gestite da Patrizio Donnini, figura di spicco del "giglio magico" di Renzi.
Secondo il curatore fallimentare, tale operazione avrebbe ulteriormente aggravato le condizioni della Direkta. Le difese di Bovoli e Buono, affidate rispettivamente agli avvocati Stefano Bagnera e Dora Bissoni, hanno sempre sostenuto che le note di credito emesse da Eventi 6 e Gest Espaces non abbiano contributo al fallimento di Direkta. Le anomalie nei servizi, secondo le imprese committenti, erano reali, come testimoniato dalla perdita di un cliente importante quale Carrefour. La Direkta, d'altro canto, smaltiva una quantità esorbitante di volantini: circa 2700 tonnellate di carta nel solo 2011 e altre 2242 tonnellate l'anno successivo. «Non so perché continuassero a produrre più volantini del necessario», ha ammesso Provenzano, stimando che il 70% del materiale venisse destinato al macero prima ancora di raggiungere le buche delle lettere. «La verità arriva, prima o poi. Tante sofferenze ma poi arriva», aveva dichiarato Matteo Renzi al termine del primo grado di giudizio, esprimendo pubblicamente il proprio affetto per la madre: «Ti voglio bene, mamma. Scusami se hai dovuto subire tutto questo per colpa mia».
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