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06 Agosto 2025 - 18:44
Morti sul lavoro, la provincia di Cuneo la seconda peggiore del Piemonte: più di un decesso al mese
Sette morti sul lavorio in sei mesi, e il non encomiabile secondo posto nella classifica del rischio, con un indice di 26,7 dietro il VCO (44,3). Ecco i numeri delle morti sul lavoro in provincia di Cuneo, peggiore perfino di quella di Torino come indice di rischio, anche se ovviamente Torino resta più alta come numeri totali (14 decessi).
La mappa:
L’incidenza di mortalità in Piemonte supera la media nazionale e la regione torna in zona arancione. In zona rossa, invece, le province di Verbano-Cusio-Ossola e Cuneo. Torino in gialla assieme a Novara e Alessandria, mentre Asti, Biella e Vercelli in zona bianca.
La classifica:
A destare particolare preoccupazione è la crescita degli infortuni mortali in occasione di lavoro che passano da 23 a 29: un aumento del 26,1%. In itinere si registrano 11 decessi, rispetto ai 6 del 2024, con una variazione del +83,3%. L’aumento interessa soprattutto la provincia di Torino, che passa da 12 a 21 vittime totali (+75%). Particolare attenzione alle fasce d’età più colpite in occasione di lavoro in cui spicca su tutti la fascia d’età 55-64 anni con 14 decessi, seguono i lavoratori tra i 45 e i 54 anni con 6 casi.
I DATI, PROVINCIA PER PROVINCIA:
Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering: “Nel primo semestre 2025 in Piemonte si contano 40 vittime sul lavoro, contro le 29 dello stesso periodo del 2024 con un incremento del 37,9%. Un dato che colpisce non solo in termini assoluti, ma anche in rapporto alla popolazione lavorativa. Con un indice di incidenza regionale pari a 15,6 morti per milione di occupati, superiore alla media nazionale di 15,1, il Piemonte passa dalla zona gialla alla zona arancione nella mappatura del rischio elaborata dal nostro Osservatorio Vega”.
COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI? L’indice di incidenza degli infortuni mortali rappresenta il numero di decessi avvenuti durante l’attività lavorativa per ogni milione di occupati presenti in un determinato territorio (regione o provincia). Questo parametro consente di confrontare il rischio infortunistico tra aree diverse, a prescindere dalla loro dimensione occupazionale.
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