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03 Ottobre 2025 - 14:42
Foto del Comando provinciale della Guardia di Finanza, nel riquadro Massimo Diotti
Una maxi truffa ai danni di risparmiatori, molti dei quali anziani e particolarmente vulnerabili. Emergono maggiori dettagli dell'operazione portata avanti dalla Guardia di Finanza di Asti. Al centro dell’inchiesta c'è il promotore finanziario Massimo Diotti in servizio presso la filiale albese di un noto istituto di credito nazionale, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di truffa e autoriciclaggio.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, l’uomo avrebbe sottratto – dal 2018 a oggi – oltre 2 milioni di euro a una decina di clienti, approfittando della fiducia costruita negli anni e della scarsa dimestichezza di molti con gli strumenti digitali, come l’home banking.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Asti e supportate anche dalla Sezione di Polizia Giudiziaria, hanno evidenziato un sistema collaudato di artifici e raggiri. Il promotore, presentando grafici e documenti falsificati che simulavano rendimenti positivi, convinceva i clienti a firmare disposizioni di bonifico già compilate a proprio favore. Le somme così distratte finivano su conti personali o su società a lui riconducibili, per poi essere reinvestite in attività imprenditoriali o utilizzate per l’acquisto di beni. Tra questi, anche un’auto intestata alla moglie, a sua volta indagata per riciclaggio.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Asti, accogliendo la richiesta dell’Autorità Giudiziaria, ha disposto un sequestro preventivo fino a 2,18 milioni di euro. Il provvedimento riguarda disponibilità finanziarie, quote di un’azienda agricola del valore stimato di 1,5 milioni di euro, tre autoveicoli – tra cui due mezzi agricoli – e un motoveicolo. Contestualmente, è stata emessa la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del promotore.
Ad oggi le indagini riguardano dieci risparmiatori, ma la Procura non esclude che il numero delle vittime possa aumentare: sono infatti in corso di valutazione ulteriori denunce e querele. Le autorità sottolineano comunque che, come previsto dal Decreto legislativo 188/2021, la «colpevolezza degli indagati potrà essere accertata solo con una sentenza definitiva».
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