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Morto il detenuto di 265 kg che non era potuto entrare nel carcere di Cuneo

La casa circondariale non aveva uno spazio adeguato per le sue condizioni. Ora si trovava in una cella apposita, a Torino

Morto il detenuto di 265 kg che non era potuto entrare nel carcere di Cuneo

Si è conclusa tragicamente la vicenda del detenuto cinquantenne pugliese noto per il suo peso di 265 chili, al centro di un lungo caso giudiziario e sanitario per la difficoltà di trovargli una sistemazione adeguata.

L’uomo è morto oggi, 20 ottobre, nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino, stroncato da un arresto cardiaco, nonostante l’intervento dei sanitari del 118 che hanno tentato a lungo di rianimarlo.

Il detenuto stava scontando una pena fino al 2040 per truffa. Dopo vari trasferimenti tra istituti penitenziari e ospedali, era stato recentemente collocato in una cella appositamente adattata alle sue condizioni fisiche, realizzata proprio per consentirgli una detenzione dignitosa e sicura. La cella era stata ultimata solo pochi giorni fa.

In passato, l’uomo non era potuto entrare nel carcere di Cuneo per mancanza di strutture idonee e aveva trascorso un periodo di ricovero in ospedale, sempre nel capoluogo cuneese. Da lì era poi stato trasferito prima a Genova e infine a Torino, dove si sperava che la nuova sistemazione potesse porre fine a un lungo calvario burocratico e sanitario.

Secondo quanto si apprende, l’arresto cardiaco sarebbe sopraggiunto improvvisamente nella mattinata. Le autorità penitenziarie hanno aperto un’indagine interna per ricostruire le ultime ore di vita dell’uomo e verificare se le sue condizioni fossero monitorate in modo adeguato.

Il caso aveva sollevato, nei mesi scorsi, un acceso dibattito sulla gestione dei detenuti con gravi problemi di salute e sulla carenza di strutture attrezzate nel sistema penitenziario italiano. La morte del cinquantenne riaccende ora le polemiche sul diritto alla salute e sulla necessità di soluzioni più umane e sostenibili per i detenuti con disabilità o patologie croniche.

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