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20 Ottobre 2025 - 17:58
Si è conclusa tragicamente la vicenda del detenuto cinquantenne pugliese noto per il suo peso di 265 chili, al centro di un lungo caso giudiziario e sanitario per la difficoltà di trovargli una sistemazione adeguata.
L’uomo è morto oggi, 20 ottobre, nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino, stroncato da un arresto cardiaco, nonostante l’intervento dei sanitari del 118 che hanno tentato a lungo di rianimarlo.
Il detenuto stava scontando una pena fino al 2040 per truffa. Dopo vari trasferimenti tra istituti penitenziari e ospedali, era stato recentemente collocato in una cella appositamente adattata alle sue condizioni fisiche, realizzata proprio per consentirgli una detenzione dignitosa e sicura. La cella era stata ultimata solo pochi giorni fa.
In passato, l’uomo non era potuto entrare nel carcere di Cuneo per mancanza di strutture idonee e aveva trascorso un periodo di ricovero in ospedale, sempre nel capoluogo cuneese. Da lì era poi stato trasferito prima a Genova e infine a Torino, dove si sperava che la nuova sistemazione potesse porre fine a un lungo calvario burocratico e sanitario.
Secondo quanto si apprende, l’arresto cardiaco sarebbe sopraggiunto improvvisamente nella mattinata. Le autorità penitenziarie hanno aperto un’indagine interna per ricostruire le ultime ore di vita dell’uomo e verificare se le sue condizioni fossero monitorate in modo adeguato.
Il caso aveva sollevato, nei mesi scorsi, un acceso dibattito sulla gestione dei detenuti con gravi problemi di salute e sulla carenza di strutture attrezzate nel sistema penitenziario italiano. La morte del cinquantenne riaccende ora le polemiche sul diritto alla salute e sulla necessità di soluzioni più umane e sostenibili per i detenuti con disabilità o patologie croniche.
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