Cerca

ultima ora

ultime notizie

OGGI

Botte e violenze sessuali sull'ex moglie: «Voleva ucciderla nel bosco». Condannato

L’uomo, colpito da un mandato di arresto europeo, era fuggito in Romania nel 2018. Era residente a Battifollo

Botte e violenze sessuali sull'ex moglie: «Voleva ucciderla nel bosco». Condannato

Ci sono voluti sette anni per arrivare a una sentenza di primo grado, dopo la denuncia di una feroce aggressione subita da una donna rumena all’epoca residente, insieme ai due figli, nel comune di Battifollo.

Alla sbarra l’ex marito, suo connazionale, già condannato per maltrattamenti nel 2017, che nel maggio dell’anno successivo aveva fatto irruzione in quella che era stata la casa di famiglia, picchiando e violentando la madre dei suoi bambini. Pesanti le accuse a suo carico: stalking, violenza sessuale, violazione di domicilio, furto semplice e aggravato, diffamazione, violenza privata, lesioni aggravate.

Pesante anche la pena che gli è stata inflitta dal tribunale di Cuneo: otto anni e dieci mesi di carcere, con la revoca della sospensione condizionale che era stata concessa dopo la precedente condanna. La Procura aveva chiesto poco di più, nove anni e quattro mesi.

“Siamo fortunati a non discutere questo processo in Corte d’Assise” ha detto nella sua requisitoria, il sostituto procuratore Carla Longo, parlando di una vicenda che poteva sfociare in omicidio. Una “progressione criminale” tra due episodi verificatisi a una decina di giorni di distanza, dopo che già da tempo l’uomo aveva iniziato a pedinare la ex. La notte del 24 maggio aveva addirittura fatto irruzione in casa di notte, mentre la donna e i bambini dormivano. Le violenze si erano scatenate per ore, finché lui aveva trascinato la vittima all’esterno minacciandola con un coltello: “L’obiettivo era quello di caricarla in macchina e portarla nei boschi” sostiene il pm, rifacendosi alle dichiarazioni dell’epoca.

Non ci era riuscito perché la donna, approfittando di un momento di distrazione dell’aggressore, era scappata verso il centro abitato ed era stata soccorsa da un passante, non prima di essere ferita da una coltellata alla caviglia. In ospedale le erano state refertate ferite guaribili in 25 giorni: “Ho visto i bambini spaventati, in casa c’era sangue da tutte le parti. I bambini si erano preparati la cartella da soli per andare a scuola” racconta il compagno della madre di lei, tra i primi ad accorrere quel giorno. Anche il maresciallo superiore dei carabinieri Emanuele Scozzari parla di tracce di sangue e ciocche di capelli in bagno, perfino sul mocio.

Dalla Romania, dove l’uomo era fuggito subito dopo a bordo della sua auto, inseguito da un mandato di cattura europea, erano arrivati messaggi minatori rivolti ai compagni di corso della ex moglie: colpevoli, secondo lui, di aver contribuito al suo allontanamento. La fuga della “primula rossa” da allora è proseguita in modo sempre più rocambolesco. Un anno dopo era stato rintracciato in Germania dopo una rissa, ma era riuscito a scappare dal commissariato di polizia.

Un mese più tardi era di nuovo in Italia, protagonista di un incidente lungo la Fondovalle Tanaro: l’auto che guidava, un veicolo con targa tedesca, era uscita di strada. Un’ambulanza lo aveva portato in ospedale a Mondovì, ma il latitante si era dileguato prima che arrivassero i carabinieri. Sono occorsi ancora anni prima di arrivare al processo.

Nell’ultima udienza, a sorpresa, è comparso anche l’imputato, negando tutte le accuse a suo carico a partire da quella più lieve, il furto del cellulare della ex, con cui aveva inviato messaggi a destra e a manca descrivendola come una cattiva madre. Alla presidente della corte, che gli chiedeva conto delle macchie di sangue in bagno, ha risposto soltanto: “Non era sangue, era sporco come sempre”.

La sua ex, nel frattempo, si è rifatta una vita lontano dal paese, insieme ai figli, dopo essere stata accolta in una comunità mamma bambino e poi seguita in un percorso di autonomia dalla cooperativa Fiordaliso: “Ho fatto un percorso meraviglioso - dice - e mi pesa dover tornare su questi fatti”.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

x