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Carceri: telefonini fatti entrare col drone, ferri e punteruoli trovati nelle celle

Continuano le segnalazioni dei sindacati della Polizia penitenziaria

Suicidio nel carcere di Torino: «Servono percorsi di recupero concreti per spezzare la solitudine»

Il carcere delle Vallette di Torino

Continuano le segnalazioni dei sindacati della Polizia penitenziaria su situazioni illecite nelle carceri del Piemonte.

Il sindacato OSAPP ha comunicato che nel "Morandi" di Saluzzo, ieri, è stato rinvenuto - schiantato contro il tetto del magazzino - un drone carico di telefoni cellulari, destinati con ogni probabilità all'introduzione illecita nel carcere.

Il velivolo, pilotato dall'esterno, è stato rilevato dal sistema di controllo dell'istituto e intercettato dal personale di Polizia penitenziaria, che ha attivato le procedure di sicurezza. A bordo del drone sono stati trovati quattro telefoni sigillati, legati a una lenza di circa 150 metri.

L'episodio conferma il crescente ricorso a droni per il tentativo di far entrare dispositivi e materiali non consentiti all'interno degli istituti penitenziari. Il segretario generale dell'Osapp, Beneduci, loda la professionalità del personale in servizio a Saluzzo che «nonostante l'organico ridotto, è riuscito con tempestività e competenza a impedire che i dispositivi finissero nelle mani dei detenuti, tra cui soggetti in alta sicurezza».

Un altro sindacato, il SAPPE, denuncia invece una situazione verificatasi nel carcere "Lorusso e Cutugno" di Torino: nel corso della notte, presso il Padiglione B della VI Sezione, è stata effettuata un’ispezione all’interno di una cella nella quale, occultato dietro un portarotolo di carta igienica artigianale, è stato rinvenuto uno smartphone, introdotto illecitamente all’interno dell’istituto, mentre nel locale adibito a barberia, sono stati rinvenuti ulteriori oggetti non autorizzati, tra cui sbarre in ferro, punteruoli di fattura artigianale, un caricabatterie e una macchinetta rudimentale per tatuaggi.

Il segretario provinciale Taibbi: «Tali ritrovamenti confermano, ancora una volta, la persistente e preoccupante presenza di materiali non consentiti all’interno della struttura penitenziaria. Il personale in servizio presso il Padiglione B, nonostante l’evidente stato di affaticamento e la crescente pressione dovuta alla gestione quotidiana di situazioni critiche, continua a operare con elevato senso del dovere, professionalità e spirito di abnegazione, garantendo la sicurezza e l’ordine all’interno dell’istituto». Per il SAPPE, «la situazione nel carcere di Torino è ormai divenuta insostenibile. Si rende necessario e urgente un intervento concreto da parte delle istituzioni competenti, volto all’adozione di misure più stringenti e normative più severe nei confronti di tali comportamenti illeciti. Solo attraverso un impegno deciso e strutturale sarà possibile tutelare l’incolumità del personale e assicurare il corretto funzionamento dell’istituto penitenziario».

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