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Chiamata a gettone, una tipologia di lavoro che sta conquistando anche gli OSS

Chiamata a gettone, una tipologia di lavoro che sta conquistando anche gli OSS

Nel settore sanitario si sta diffondendo una tipologia di lavoro particolare, ossia la prestazione a gettone. In pratica i professionisti vengono retribuiti per singole prestazioni, con tariffe orarie che generalmente possono essere più elevate rispetto a quelle dei dipendenti. Non ci sono giorni predefiniti della settimana in cui lavoreranno, ma possono essere chiamati da apposite strutture sanitarie che hanno carenza di personale. Questo modello contrattuale offre una certa flessibilità gestionale alle strutture, che possono contare su un bacino di professionisti pronti a coprire turni scoperti, soprattutto nei periodi di maggiore emergenza o carico di lavoro.

Questa pratica, diffusa tra medici e infermieri, sta interessando sempre di più anche gli OSS, cioè gli operatori socio sanitari, soprattutto quelli più giovani. I contratti a gettone per gli OSS, che richiedono una partita IVA, possono durare anche fino a cinque anni, con agevolazioni sulla tassazione come il regime forfettario con aliquota al 5% per i primi anni di attività. Tuttavia anche gli OSS più anziani stanno prendendo in considerazione i contratti a gettone, che consentono di guadagnare qualche euro in più a fine mese. Per alcuni, questa forma di collaborazione rappresenta anche un modo per mantenere un equilibrio tra vita lavorativa e privata, adattando i turni alle proprie esigenze o ad altri impegni professionali.

Lavorare a gettone può risultare allettante poiché i professionisti, oltre a poter contare su un guadagno più alto, possono decidere in quali giorni lavorare. Al momento i contratti a gettone per gli OSS sono presenti solo in alcune realtà del settore sanitario, ma non rappresentano ancora una pratica diffusa nelle RSA. In questo ambito, infatti, le collaborazioni in P.IVA per OSS restano poco comuni e il modello organizzativo adottato dalle strutture non ha ancora favorito un utilizzo ampio di questa forma contrattuale.

Accanto a questo scenario, si stanno comunque sviluppando piattaforme digitali pensate per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nel settore socio-sanitario. Ninacare rientra in questo contesto: offre alle aziende la possibilità di pubblicare le proprie offerte e ai professionisti di candidarsi in modo semplice e immediato. Attualmente gli annunci di lavoro OSS in P.IVA sono ancora pochi, ma queste piattaforme stanno diventando un canale sempre più utilizzato per rendere più efficiente il processo di ricerca e selezione, favorendo così l'incontro tra domanda e offerta di lavoro nel comparto sanitario.

Questo fenomeno va comunque monitorato con attenzione. Se da un lato è vero che i guadagni possono essere migliori rispetto a un contratto di dipendente, è anche vero che c'è da lavorare ancora sulle garanzie sindacali che devono essere chiarite meglio. Sull'orario di lavoro, ad esempio, molti punti devono essere delineati meglio per evitare turni-fiume per gli OSS. Si discute anche della necessità di introdurre linee guida nazionali che definiscano con maggiore precisione le condizioni di lavoro e le tutele previdenziali per chi opera con questo modello, così da garantire standard minimi uniformi tra le diverse regioni.

In ogni caso lavorare a gettone per gli OSS può essere un'occasione per trovare rapidamente occupazione ma, come detto, serve fare maggiore chiarezza a livello sindacale per regolamentare un fenomeno che sta dilagando velocemente nel settore sanitario italiano.

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