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12 Luglio 2025 - 06:52
Oltre duecento persone mercoledì sera si sono ritrovate presso la S.O.M.S. per dire un fermo “NO” al termovalorizzatore che la Regione Liguria ipotizza di realizzare in Val Bormida. L’incontro è stato promosso da una rete ampia di Associazioni – WWF Savona, Italia Nostra Savona, Medicina Democratica Savona, Comitato CulturAmbiente, Comitato Bric Surite Altare, PVA, Comitato Sanitario Locale Valbormida, La Prima Langa, Associazione per la Rinascita della Valle Bormida, Pro Natura Alessandria, Laboratorio Synthesis, Pantere grigie e molte altre.
«Una partecipazione ampia, consapevole e determinata – commentano dall’organizzazione – che ha coinvolto non solo i cittadini di Cairo, ma anche moltissimi abitanti dei Comuni limitrofi, Dego, Carcare, Altare, Cosseria, e della Val Bormida piemontese, con delegazioni da Merana, Monesiglio, Spigno Monferrato e la presenza di rappresentanti istituzionali del Comune di Saliceto. Presenti anche rappresentanti del Comune di Vado Ligure, e, fatto politicamente rilevante, il consigliere regionale Jan Casella, che ha accolto l’invito al confronto diretto con la popolazione. Assente per motivi personali ma vicino alla battaglia anche il consigliere regionale Stefano Giordano, da sempre attento al territorio, che ha fatto sapere di essere pronto a proseguire l’impegno politico e istituzionale contro il progetto».
Tra le istituzioni presenti anche i sindaci di Altare e Cosseria, Briano e Molinaro, i vicesindaci di Mallare e Carcare, oltre a rappresentanti dei Comuni di Plodio e Murialdo. Erano presenti inoltre i consiglieri di minoranza del Comune di Cairo, Giorgia Ferrari e Alberto Poggio. «Il progetto prevede un impianto capace di trattare oltre 300.000 tonnellate di rifiuti all’anno, tra rifiuti industriali, ospedalieri e urbani. Una prospettiva che ha sollevato gravi preoccupazioni per le conseguenze sanitarie e ambientali, con particolare allarme per l’esposizione della popolazione a polveri sottili, metalli pesanti, diossine e microinquinanti – hanno spiegato i referenti delle Associazioni per il “no” –. La vera emergenza non è dove mettere i rifiuti, ma come proteggere la salute pubblica. E la salute non si negozia. Portare un impianto di questo tipo in una valle già penalizzata sotto il profilo ambientale è un rischio inaccettabile». Molti interventi hanno evidenziato l’assurdità del progetto, che penalizzerebbe i Comuni più virtuosi nella gestione dei rifiuti: «A Genova la raccolta differenziata è appena sopra il 50%, mentre in Val Bormida si supera stabilmente il 70%. Come si può pensare di premiare l’inefficienza e scaricare il peso su chi ha fatto la propria parte?»
«Forte la delusione per l’assenza del sindaco di Cairo Montenotte e del sindaco di Cengio, i due Comuni indicati come possibili sedi dell’impianto. Il silenzio delle Amministrazioni più coinvolte è assordante. Questo è il momento del coraggio politico, della responsabilità e del confronto. I cittadini lo stanno dimostrando – hanno concluso gli organizzatori –. Questa valle ha già dato. Ora è il momento di scegliere un modello di sviluppo sostenibile, che metta al centro la salute delle persone, la qualità dell’ambiente e la giustizia intergenerazionale. La lotta continua».
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