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La Regione aumenta l'Irpef. Opposizioni all'attacco di Cirio e Tronzano

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La Regione Piemonte aumenterà l'Irpef. Nonostante la Giunta guidata dal presidente Alberto Cirio avesse tentato di lasciare tutto com'era 8e tale era stata la promessa nel 2024), alla fine l'aumento arriverà. Si passa a tre scaglioni, dagli attuali quattro, e questa modifica dovrà essere recepita da tutti i territori entro il 2028: una sola tra gli 0 e i 28 mila euro, una tra i 28.001 e i 50 mila l’anno, l’ultima oltre i 50.

Stando ai dati, questo aumento andrà a colpire principalmente il ceto medio: la fascia 15-28 mila euro dovrà versare 33 euro in più (si tratta del 45% dei piemontesi), quella 28-50mila euro pagherà 106 euro in più (il 26% dei piemontesi). Una stangata. Saranno esentati dagli aumenti i redditi inferiori a 15.000 euro, per i quali l'aliquota rimarrà al 1,62%, e quelli superiori a 50.000 euro, che già pagano l'aliquota massima consentita dalla normativa vigente, pari al 3,3%.

L'Irpef aumenta: «Col passaggio a tre scaglioni, dovevamo farlo»

L'assessore al Bilancio Andrea Tronzano ha spiegato la manovra alla Commissione

Non è mancata la reazione delle opposizioni: «Nonostante le tante rassicurazioni sulla volontà di evitarlo questa giunta aumenterà le tasse per i e le piemontesi, e per di più con un blitz estivo - tuona AVS - . Inaccettabile che al Consiglio non sia ancora stato fornito alcun dettaglio sulla manovra e sulle sue motivazioni. Due cose però sono chiare: la prima è che l'aumento è completamente slegato dal giudizio della Corte dei Conti, che qualcuno della maggioranza ha avuto il coraggio di definire "trionfale" ed è una scelta politica di Cirio e Tronzano che vanno a colpire il ceto medio già impoverito dall'inflazione, posto che per i redditi superiori a 50.000 euro l'aliquota è già al massimo. La seconda è che il Piemonte paga la scellerata finanziaria di Meloni e Giorgetti del 2025, che ha previsto tagli mostruosi agli enti locali e alle regioni (per il Piemonte si tratta di 400 milioni in meno da qui al 2029), che tutte e tutti noi pagheremo a caro prezzo in termini di minori servizi e di tassazione aggiuntiva».

Il segretario generale Cisl Piemonte, Luca Caretti: «La Cisl ritiene importante aprire immediatamente un confronto con il presidente Cirio e l’assessore Tronzano su un tema così importante. La decisione della Giunta regionale si configurerebbe quindi come una piccola patrimoniale per due anni sui redditi medio-bassi, una sorta di anticipo sulle tasse da ammortizzare negli anni a venire. Per noi è importante capire quindi con precisione queste risorse dove andranno indirizzate e soprattutto quali garanzie, oltre alle promesse e agli impegni, la Giunta Regionale è in grado di offrire per arrivare alla riduzione nel 2028. Come dire: intanto si paga e poi si vedrà».

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