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08 Settembre 2025 - 15:38
«I cittadini piemontesi meritano risposte puntuali e trasparenza. Invece l’assessore alla Sanità continua a non fornire dati concreti sulle liste d’attesa. Di fronte all’opacità della Regione, ci impegniamo noi a ricostruire il quadro reale, contattando una per una le Asl del Piemonte».
La consigliera regionale Giulia Marro e il collega Mauro Calderoni commentano così la risposta - che definiscono "evasiva" - ricevuta all’interrogazione con cui si chiedeva alla Giunta l’accesso ai dati grezzi e disaggregati relativi alle liste d’attesa sanitarie.
«L’interrogazione chiedeva approfondimenti sulle liste per ogni azienda piemontese, per ogni prestazione, per ogni classe di priorità, per ogni flusso extra-territoriale, in modo da poter effettuare un’analisi reale, indipendente e costruttiva del funzionamento del sistema di prenotazione. Ed era stata fatta a seguito della mancata risposta di Riboldi ad un’altra interrogazione, in cui si chiedevano gli stessi dati già in formato aggregato», affermano i due consiglieri.
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«L'interrogazione conteneva otto quesiti chiari – spiegano Marro e Calderoni – tra cui: quanti pazienti sono costretti a spostarsi fuori Asl per ricevere una prestazione? Qual è il tempo medio di attivazione dei percorsi di tutela? Come sono stati spesi i fondi per il recupero delle liste d’attesa? Dati che l’assessore non aveva fornito, per cui i consiglieri hanno richiesto i dati grezzi in modo da poterli elaborare autonomamente. La risposta? Una semplice indicazione a un link generico del sito della Regione, dove sono riportati alcuni dati sintetici e parziali, senza nessuna delle informazioni fondamentali richieste: nessuna distinzione per classe di priorità, nessuna informazione sul domicilio delle persone, né sulla distribuzione del carico tra strutture e territori. Nulla che permetta davvero di comprendere se le persone ottengano le cure nei tempi previsti o se vi siano centri sottoutilizzati. Insomma, i dati che la Regione dovrebbe avere per fare le analisi non li ha. Ma allora, in che direzione stiamo andando? La risposta istituzionale è chiara: “i dati cercateli voi, uno per uno, presso ogni singola Asl”».
E Marro e Calderoni entrano nel merito: «È proprio partendo dall’analisi dei dati che emergono le situazioni critiche su cui intervenire, in che zone, con quali modalità. Ad esempio, partendo dai dati 2024, e applicando una media ponderata, emergono comunque segnali inequivocabili: allarme rosso per l’Allergologia, con percentuali di prestazioni fuori tempo inaccettabili. Allarme per Endocrinologia e esami dell’occhio. Situazioni critiche in dermatologia, ginecologia, neurologia, otorinolaringoiatria e chirurgia plastica. Ci sono però anche punti di eccellenza da segnalare: in Oncologia, le Asl di Asti e Verbano Cusio Ossola erogano il 100 per cento delle visite entro i 3 giorni previsti. Nei colloqui psichiatrici, si registrano percentuali oltre il 99 per cento ad Alessandria, Vergano, Asl TO4 e TO5, Novara e Città di Torino erogati entro 3 giorni. Non si può migliorare ciò che non si conosce. Senza dati reali, disaggregati e leggibili, ogni misura correttiva è un tentativo alla cieca. È inaccettabile che l’Assessore non abbia nemmeno accesso a informazioni di base come la provenienza dei pazienti o i codici di priorità delle prestazioni».
«Siamo stati invitati a reperire i dati autonomamente dalle singole Asl. Lo faremo, non si preoccupi assessore, ma ci permetta di dire che, mentre prima eravamo preoccupati per la gestione di questo tema, ora capiamo che le misure prese sono correttivi un tanto al chilo e che si spera possano risolvere la questione. Si spera, perchè non si sa, e non si sa perchè non si vuole sapere. Noi vogliamo sapere, e le promettiamo che le forniremo i dati: le cittadine e i cittadini meritano una sanità che funzioni e che vada a intervenire con precisione dove serve, senza gettar via soldi ma investendo con attenzione».
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