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09 Settembre 2025 - 19:13
La notizia è piombata poche settimane fa: il Ministero dell'Ambiente ha "cassato" la Legge della Regione Piemonte sulla riduzione del deflusso ecologico dei fiumi. Per il Ministero, quella del Piemonte era una legge che va a «disciplinare illegittimamente una materia rimessa alla competenza esclusiva dello Stato», violando il «riparto di competenze in materia di tutela delle acque», e che «introduce dei limiti e conseguentemente degli obiettivi di qualità meno elevati rispetto a quelli definiti dalla legislazione nazionale e dai provvedimenti settoriali di area vasta».
Questo a seguito di una segnalazione di Pro Natura Piemonte, che aveva denunciato l'illegittimità del provvedimento. La Legge regionale era stata approvata lo scorso 8 luglio: «Con questa legge, all'art. 34, la Regione è intervenuta pesantemente sulla norma che definisce il Deflusso Ecologico (DE) nei corsi d'acqua - afferma Pro Natura - , inficiandone la funzione. Infatti ora in Piemonte, in caso di scarsità idrica, ovvero con fiumi e torrenti già colpiti da magre severissime, il Deflusso Ecologico da osservare non è più quello definito dal vigente Regolamento regionale (che nei mesi estivi è già ridotto del 67%), ma non potrà eccedere il 30% della portata effettiva in alveo. Ciò significa che le derivazioni agricole possono prelevare acqua anche se il fiume è quasi a secco».
Sul tema interviene oggi Alice Ravinale, AVS: «Rispondendo al mio question time sulle norme contro l'ambiente contenute nella legge di riordino, e che noi avevamo immediatamente contestato, la Giunta ha comunicato che provvederà a modificare gli articoli 35 e 40, sull'immissione di specie ittiche alloctone nei fiumi e torrenti piemontesi e sul prelievo delle acque di falda. Insomma, ci hanno provato ma sono costretti a fare retromarcia. Come temuto, invece, la Giunta va avanti con l'art. 34, la norma che deroga al c.d. deflusso ecologico e consente di prelevare quantità maggiore di acqua dai fiumi per attività produttive e agricole, impugnata dal Governo Meloni».
Ravinale: «La norma è chiaramente contraria a tutti i principi di tutela ambientale e di mitigazione dei rischi collegati alla crisi climatica previsti dalle normative nazionali, ma la Giunta preferisce andare allo scontro con il Governo, forse per consentire ancora per qualche mese - in attesa della sentenza della Corte Costituzionale - un maggiore sfruttamento dei corsi d'acqua piemontesi. Poco importa se la portata dei corsi d'acqua nella nostra Regione è ridotta al lumicino e negli ultimi anni la media storica ci dice che, secondo i dati ARPA Piemonte, oltre il 45% dei corpi idrici regionali non raggiunge lo stato ecologico “buono”. Con l’introduzione di regole meno stringenti sul deflusso ecologico il Piemonte aggrava una situazione già critica, dagli impatti irreversibili sugli ecosistemi fluviali. Quella della Giunta è una scelta che condanna i fiumi e gli stessi agricoltori a cui la destra pensa, oggi, di fare un favore, ma che - lo sappiamo - sono poi tra i primi a pagare le conseguenze del cambiamento climatico e della mancata oculata gestione dal punto di vista ambientale di un bene comune come l'acqua».
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