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12 Ottobre 2025 - 22:00
Il rammarico di Matteo Muça, autore del gol del provvisorio vantaggio giallorosso, dopo l'occasionissima per il sorpasso sciupata a tempo scaduto
Partiamo dal lato buono: dopo un pugno di partite (sei per l’esattezza, e cioè un quinto del cammino complessivo), il Piazza pare essersi messo alle spalle le inquietudini, i timori ed i tremori del suo passato, quando ogni appuntamento era un esame da affrontare con apprensione e ad ogni passo falso si sospettava l’imminente tragedia, per vivere in una rassicurante dimensione di normale frequentazione di una categoria nella quale si può navigare serenamente, senza patemi e senza sofismi. In due parole: maturità e stabilità. Quelle che vengono fuori anche dalla sfida col San Benigno, nemico di mille battaglie passate (fra cui la finale play-off di due stagioni fa decisiva per l’approdo in Prima), nella quale i giallorossi svoltano rapidamente dopo lo scivolone esterno di Fossano (in casa Salice), si rimettono in carreggiata ben digerendo le svariate assenze che costringono mister Barberis ad operare un robusto maquillage dell’11 di partenza e si infilano in saccoccia un onorevole punticino non disprezzabile né in astratto, e cioè alla vigilia, né a conti fatti, alla luce di ciò che ha detto il campo.
Naturalmente, poi, c’è anche un che di negativo o deludente da mettere sull’altro piatto della bilancia, e basta far caso al minuto in cui cade il pari cuneese per rendersene conto. Un gol incassato al 90’ reca sempre con sé il sapore del torto subito, l’inevitabile sensazione che a tradimento ti sia stato portato via quel che era legittimamente già tuo. Anche se, un attimo dopo, uno sguardo obiettivo su tutta la faccenda può ristabilire le giuste proporzioni e cambiare il giudizio. Ecco: quell’1-1 maturato sul gong inevitabilmente brucia, ancor più perché preso su calcio da fermo e con la difesa piazzata e, come se non bastasse, perché seguito da una colossale occasione che, se messa a frutto, avrebbe garantito l’immediato (e definitivo) sorpasso. Ma è pure vero che ripensando allo svolgimento della storia nella sua interezza c’è ben poco di ingiusto o scandaloso nel punteggio finale.
Il Piazza fa bene il suo specialmente in avvio, arginando la velocità dell’ex Mfuka e i lampi di Zydane Bouckench, uno che ha la classe nel nome di battesimo e nelle scarpe certi numeri niente male, per quanto intermittenti, e rifilando agli ospiti qualche unghiata affilata, con la prevalente firma di Muça felicemente piazzato sulla fascia sinistra. Il primo graffio è anche l’unico che va a buon fine: c’è un rilancio di Abellonio, un rapido scambio a centrocampo fra Marengo e Calimera che si traduce in imbucata profonda per il citato Muça, e c’è l’attaccante monregalese che si infila nel vuoto difensivo ospite e uccella Pellegrino in uscita farfallesca. Lui, Muça, è pure il protagonista delle frecciate successive, di cui una fermata prodigiosamente da Casa ad interrompere la combinazione con Calimera e Marengo, la seconda mandata a schizzare sulla traversa, la terza in duetto con Hoxha e svanita nell’affannoso recupero difensivo ospite.
Il cosiddetto “Sanbe”, i cui tifosi – anziché con l’iniziale appannata vena dei loro beniamini – se la prendono con l’arbitro recuperando educati epiteti d’antan come “scarso” e “casalingo”, lì per lì si accende una volta soltanto con una scappata pericolosissima di Mfuka che Abellonio e Griseri disinnescano, ma dopo l’intervallo sfrutta a suo vantaggio il calo monregalese (unica eccezione: un velenoso contropiede di Bertone, bravo a ritagliarsi qualche spazio nel secondo tempo) per avanzare il baricentro e creare alcuni discreti spaventi al portiere giallorosso. Al quale va bene, in particolare, sul tiro mancino ad effetto di Bouckench che sfila a pochi, provvidenziali centimetri dal palo.
I minuti scorrono e la pellaccia sembra illusoriamente in salvo. I cambi conservativi di Barberis serrano le fila locali e fanno perdere un po’ di tempo, il che ovviamente non guasta. Peccato soltanto che, sul sipario, arrivi quella punizione da lontano, pennellata dal suddetto Bouckench, che Filippo Pecollo, il classico centrale difensivo che giunge dalle retrovie per dar sostanza all’assedio conclusivo, dirotta sotto la traversa. Come detto, non è l’unico motivo di rimpianto, poiché seguono di pochi istanti il tocco smarcante di Martini e la fuga per la vittoria di Muça, solo, solissimo davanti al portiere, il quale chiude il suo pomeriggio con un enorme sospiro di sollievo, graziato da un pallonetto sballato, distante metri e metri dalla porta e dalla gloria.
PIAZZA 1
Abellonio, Prette, Gonella, Martini, Griseri, Hoxha, Bertone (63’ Filippi), Di Fede (63’ Giacosa), Muça, Calimera (63’ Benzo), Marengo. All. Barberis.
SAN BENIGNO 1
Pellegrino, Pecollo P., Gastaldi (68’ Salusso), Beja, Giordano (78’ Tallone), Pecollo F., Boukench, Casa (85’ Quaglia), Pistoi (56’ Karamoko), Garelli, Mfuka (56’ Mellano). All. Veneri.
RETI. 19’ Muça (P), 90’ Pecollo F. (S).
ARBITRO. Amato di Nichelino.
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