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Sempre più meduse nei nostri mari: ecco a quali bisogna fare attenzione

L'aumento delle temperature attira anche specie da cui è bene tenersi alla larga: sono principalmente tre

Sempre più meduse nei nostri mari: ecco a quali bisogna fare attenzione

L’aumento delle temperature marine sta portando con sé diverse conseguenze, tra cui un notevole incremento della presenza di meduse nei nostri mari. Sebbene il Mediterraneo non ospiti specie letali come accade in altre parti del mondo, esistono comunque almeno tre tipi di meduse da cui è consigliabile mantenere le distanze.

Caravella portoghese (Physalia physalis)
Nonostante venga comunemente considerata una medusa, la Caravella portoghese è in realtà un sifonoforo: un organismo composto da più individui specializzati (detti zooidi) che vivono uniti e dipendono l’uno dall’altro. Il suo aspetto caratteristico – simile a una piccola imbarcazione a vela – le ha fatto guadagnare questo nome evocativo.

I suoi tentacoli, spinti dalla corrente e dal galleggiante a forma di vela, possono causare punture molto dolorose. Sebbene non sia generalmente letale, in passato si è registrato un caso fatale in Sardegna. Il consiglio è semplice: se si avvista il caratteristico galleggiante, è meglio uscire subito dall’acqua. Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il contatto provoca un dolore intenso, arrossamenti e piaghe sulla pelle colpita.

Pelagia noctiluca
Diffusa sia vicino alla costa che in mare aperto, la Pelagia noctiluca è una delle meduse più comuni del Mediterraneo. Il suo ombrello, del diametro di circa 10 cm, è di colore rosa-violetto o marrone-rosato. Anche questa specie è urticante, causando eritemi, edemi, vescicole e dolore localizzato che può durare fino a due settimane. In alcuni casi, specialmente in soggetti allergici, possono comparire sintomi più gravi come prurito diffuso, infiammazione e broncospasmi.

Carybdea marsupialis
Appartenente alla famiglia delle cubomeduse – note per la loro pericolosità in altre parti del mondo – la Carybdea marsupialis nel Mediterraneo è meno minacciosa. Ha un ombrello di circa 3 cm e tentacoli che possono raggiungere i 30 cm. Sebbene non sia letale, il suo veleno provoca dolorose ustioni. Solo in rari casi, legati a reazioni allergiche, può rappresentare un rischio più serio.

Cosa fare in caso di puntura?
Se si viene punti da una medusa, la prima cosa da fare è rimuovere eventuali residui di tentacoli dalla pelle e sciacquare con acqua di mare, evitando l’esposizione al sole. Si possono applicare impacchi freddi o un gel astringente a base di cloruro di alluminio per alleviare il dolore.


Assolutamente da evitare: acqua dolce, che potrebbe rompere le nematocisti ancora intatte e liberare altro veleno, così come grattarsi. Sono sconsigliati anche rimedi improvvisati come aceto, alcol, ammoniaca o urina. Come precisa l’ISS, “a meno di conoscere con precisione la specie con cui si è venuti a contatto, questi prodotti non neutralizzano il veleno e rischiano di peggiorare l’irritazione”.

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