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«La discesa più forte della mia vita»: come è nato “Il falco”

Paolo Salvoldelli a Mondovì ha ripercorso le pagine indelebili della sua carriera scritte in Piemonte

Paolo Savoldelli

Doi pass a Mondovì affollati come al solito mercoledì sera con una piccola chicca in Piazza Roma durante la seconda presentazione Granfondo Alpi del Mare, in programma il 21 settembre a Mondovì. Dopo gli interventi di autorità e ospiti sul palco sono saliti sul palco il giornalista Paolo Viberti e il campione di ciclismo Paolo Salvoldelli per una gustosa chiacchierata che ha sicuramente soddisfatto i palati degli appassionati di ciclismo.

Un racconto tra sport e territorio partendo dal Giro d'Italia nel 1958: tappa Mondovì-Chiavari (che segue una Torino-Mondovì). Fausto Coppi fatica sull'Appennino e chiede al gruppo di aspettarlo. Il mito, a fine carriera, a quasi quarant'anni "non si accorge che non riesce a smettere".

Dopo questo piccolo amarcord il palcoscenico è stato tutto per il bergamasco Savoldelli, a partire da quella leggendaria tappa del 29 maggio 1999. Si andava da Bra a Borgo San Dalmazzo scalando per la prima volta il Fauniera. Un obiettivo ottenuto anche grazie al tenace lavoro di Lorenzo Tealdi e Ferruccio Dardanello. Il primo a passare in vetta è Marco Pantani, ma in discesa nasce il mito del "Falco", un nome nato dalla penna di Pietro Cabras giornalista del Corriere dello sport.

Due successi più importanti li ho ottenuti qui in Piemonte vincendo il Giro dopo il Colle delle Finestre e con quel passaggio sul Fauniera – ha ricordato Salvoldelli a Mondovì –. È stata la discesa più forte della mia vita: quando l'ho vista ho capito che potevo recuperare in discesa tutto quello che potevo perdere in salita. Pantani andò via dopo un paio di scatti, io in cima mi misi il casco (allora non era obbligatorio) e mi buttai giù. Per tre volte ho sentito le due ruote che scivolavano, ma per fortuna non è successo niente. Quasi in fondo alla discesa, dopo un paio di curve a tutta, ho pensato che fosse impossibile avere ancora qualcuno a ruota. Al traguardo in tanti venivano a vedere se la mia bicicletta aveva qualcosa diverso. Paura? No perché se hai paura freni»



Quel giro lo sta dominando Pantani, ma dopo qualche giorno si arriva ai fatti di Madonna di Campiglio. Paolo doveva partire con la maglia rosa, ma «Decisi di non metterla, e il proprietario della Saeco era d'accordo». Quel giro lo perse, ma si rifece tre anni dopo, nel 2002, e ancora nel 2005 uscendo indenne dagli attacchi degli avversari sul Colle delle Finestre. Un Giro vinto da solo, praticamente senza compagni di squadra che potessero dargli una mano, rimanendo calmo anche nei momenti difficili.

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