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La Gran Madre rinasce: parte il restauro di uno dei simboli di Torino

Un team di professionisti per riportare il monumento alla sua originaria bellezza in circa 12 mesi di lavoro con l’utilizzo di materiali innovativi come la nanocalce. Un'opera sponsorizzate da ONE

La Gran Madre rinasce: parte il restauro di uno dei simboli di Torino

L'impalcatura che copre la facciata della Gran Madre a Torino

La concessionaria milanese ONE srl, storica realtà attiva nel settore dei restauri sponsorizzati e della pubblicità esterna, sponsorizza l’intervento di restauro previsto per la facciata principale della Chiesa della Gran Madre di Dio di Torino, intervento che nasce con l’obiettivo di riportarla alla sua originaria bellezza, nel pieno rispetto dell’identità storica e materica dell’edificio. Le lavorazioni saranno condotte adottando tecniche attentamente selezionate secondo criteri di compatibilità, reversibilità e tutela della materia originaria.

Il restauro, che garantirà la continuità di utilizzo della Chiesa, sarà a costo zero per l’amministrazione Comunale e interamente sponsorizzato dalla società ONE srl, che sfrutterà i diritti pubblicitari.

Il restauro, che si stima in 12 mesi di lavoro, interesserà complessivamente 1.072 mq di superfici lapidee inclusi i gruppi scultorei, 183 mq di intonaci e 318 mq di stucchi. Inoltre, sono previsti interventi specifici per la pavimentazione in pietra in prossimità dell’ingresso, la bussola lignea, le gronde e i discendenti del protiro e per la sua copertura.

Lo sponsor si avvarrà del team tecnico che ha curato il restauro delle facciate di Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, integrato con alcune competenze torinesi: il coordinamento strategico e della comunicazione è in capo a Jesurum Leoni Comunicazione, il restauratore sarà l’Arch. Paolo Pecorelli e l’impresa ESTIA srl, il progetto è di DONTSTOP Architettura srl, parte del gruppo Progetto CMR International, che con l’AD Arch. Michele Brunello coordina anche il lavoro dei creativi torinesi - Studio Fludd e Daniele Catalli per l’illustrazione della Cesata di cantiere che racconterà la storia del sito, del manufatto e del quartiere. La Direzione Lavori e la Sicurezza sono affidati all’architetto torinese esperto di restauri Manuela Ghirardi.

«Il restauro di monumenti rappresenta uno degli esempi virtuosi di collaborazione tra pubblico e privato ed è un modello sempre più utilizzato in Italia per la gestione e la fruizione del patrimonio culturale – commenta la vicesindaca Michela Favaro –. Questa sinergia che coinvolge Comuni, sponsor e ditte di restauro è di grande importanza per la comunità, laddove gli interventi che si realizzano contribuiscono a salvaguardare un bene storico artistico che fa parte della nostra identità e concorrono al decoro ed alla vivibilità della nostra città».

«Siamo orgogliosi di restaurare un bene così prestigioso e iconico per la Città di Torino. L’anno prossimo ci vedrà protagonisti di diversi restauri nelle principali piazze italiane perseguendo la nostra missione del supportare il mantenimento delle nostre città», dichiara Emanuele Anselmi, amministratore di One Srl.

Le lavorazioni previste nell’ambito dell’intervento saranno mirate alla conservazione e al recupero dell’apparato architettonico e decorativo della facciata, nel rispetto delle caratteristiche storiche e costruttive dell’edificio.

Colonne, capitelli, cornici, fregi e sculture in pietra saranno oggetto di un intervento articolato per ristabilire la coesione materica e per rimuovere incrostazioni e depositi, nel rispetto delle caratteristiche originarie. Le porzioni più bisognose di intervento saranno reintegrate con malte compatibili o tasselli in pietra lavorati a mano, e a seguire la revisione cromatica armonizzerà le integrazioni con il materiale esistente.

Le superfici in stucco e intonaco — tra cui le cornici decorate, le volte e i cassettonati del protiro — saranno restaurate con interventi mirati alla protezione e al recupero dell’unità visiva delle decorazioni. Dopo una delicata pulitura e il consolidamento delle parti fragili, si procederà con integrazioni localizzate, seguite dall’applicazione di un protettivo finale trasparente e traspirante.

Anche gli elementi lignei, come il portone e la bussola interna, saranno restaurati. Il trattamento prevede la rimozione delle vernici alterate, il ripristino della stabilità strutturale e l’integrazione delle parti bisognose con materiali compatibili, fino alla stesura finale di protettivi naturali o idonei per esterni.

Infine, i gruppi scultorei in marmo posti alla base della scalinata di accesso saranno sottoposti a un intervento specialistico, che prevede l’impiego di nanocalce, un prodotto minerale innovativo sviluppato dall’Università dell’Aquila, capace di penetrare in profondità nei micro-vuoti del marmo e di consolidarne la struttura in modo duraturo e traspirante. Il protocollo adottato si basa sulle più recenti ricerche in ambito conservativo per restituire alla Città uno dei monumenti più simbolici e significativi per i torinesi.

Un progetto da un milione di euro

La Chiesa della Gran Madre di Dio, che la posizione strategica all’inizio del ponte Vittorio Emanuele I, con una vista che abbraccia il cuore storico della città e l’imponenza architettonica hanno reso un simbolo di Torino, sarà, come detto, oggetto di un nuovo corposo intervento conservativo.

I lavori, per un valore poco superiore al milione di euro, saranno infatti interamente sponsorizzati dalla società One Srl, che sfrutterà per terzi i diritti pubblicitari e vedrà al lavoro lo stesso team tecnico, integrato con alcune competenze torinesi, che si è occupato del restauro delle facciate di Palazzo Marino, sede del Comune di Milano. Complessivamente, il restauro riguarderà 1.072 metri quadrati di elementi lapidei (compresi i gruppi scultorei), 183 metri quadrati di intonaci e 318 metri quadrati di stucchi. Oltre a questi verranno interessati dal restauro anche la pavimentazione lapidea in prossimità dell’ingresso, la bussola in legno, le gronde e discendenti relativi al protiro e la copertura stessa del protiro.

“Il restauro monumenti rappresenta uno degli esempi virtuosi di collaborazione tra pubblico e privato ed è un modello sempre più utilizzato in Italia per la gestione e la fruizione del patrimonio culturale – commenta la vicesindaca Michela Favaro -. Questa sinergia che coinvolge Comuni, sponsor e ditte di restauro è di grande importanza per la comunità, laddove gli interventi che si realizzano contribuiscono a salvaguardare un bene storico artistico che fa parte della nostra identità e concorrono al decoro ed alla vivibilità della nostra città. Grazie ad una positiva interlocuzione con lo sponsor e la Soprintendenza siamo riusciti ad ottenere un ridimensionamento della superficie che ospiterà i messaggi pubblicitari, pur mantenendo l’ammontare complessivo della sponsorizzazione”. 

“Con questo intervento – aggiunge l’assessore Francesco Tresso – sarà possibile riportare un monumento identificativo come la Chiesa della Gran Madre al suo splendore, migliorando la sicurezza e l’accessibilità, e al tempo stesso valorizzare ancor più il territorio urbano e la storia della città sempre più meta di turisti”.

Obiettivo del restauro è porre rimedio ai danni subiti soprattutto dalle superfici lapidee e dalle decorazioni marmoree il cui processo di degrado è stato progressivamente accelerato dall’esposizione costante degli agenti atmosferici e dall’inquinamento.

L’intervento si propone di arrestare questo processo in atto, preservando il più possibile i materiali originali e garantendo la stabilità e la fruibilità del monumento per le generazioni future.

Il progetto prevede un intervento specifico e mirato su diverse aree della chiesa, considerando sia la parte strutturale che le parti decorative. La priorità è mantenere un equilibrio tra la conservazione del materiale storico e l’introduzione di tecniche e materiali moderni, selezionati con criteri di compatibilità e reversibilità. Il restauro si articolerà in diverse fasi, ognuna delle quali è stata studiata e pianificata per affrontare i vari tipi di degrado rilevati. Per questo è prevista un’attenta analisi preliminare del materiale costitutivo del monumento, allo scopo di individuare le soluzioni più adatte per la conservazione e il restauro.

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