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26 Luglio 2025 - 08:35
Il Piemonte ha celebrato i 37 anni dalla nascita del proprio servizio di elisoccorso, una realtà divenuta nel tempo uno dei pilastri del sistema sanitario regionale e un punto di riferimento anche a livello europeo nel campo del soccorso sanitario in emergenza.
Era infatti il 25 luglio 1988 quando fu inaugurata la prima base operativa al CTO di Torino, seguita, il giorno successivo, da quella di Novara. Nel mese di agosto dello stesso anno entrò in funzione la base alpina di Savigliano, a seguì, poco dopo, quella di Borgosesia. Dopo la tragica alluvione del 1994, fu attivata anche la base di Alessandria, tuttora operativa.
«Il servizio di elisoccorso – sottolinea Federico Riboldi, assessore regionale alla Sanità – è uno dei simboli della capacità del nostro sistema sanitario regionale di tutelare la salute in ogni condizione e in ogni angolo del territorio. A 37 anni dalla sua istituzione, confermiamo la volontà della Regione Piemonte di sostenere e potenziare questo presidio che incarna concretamente il diritto alla cura. Ringraziamo tutti gli operatori per il loro lavoro quotidiano e ribadiamo il nostro impegno a investire in mezzi, risorse umane e cooperazione internazionale per mantenere l’elisoccorso ai più alti standard qualitativi, che l’ha reso un fiore all’occhiello e un’eccellenza della nostra Regione».
Nato sotto la gestione dell’Automobile Club d’Italia e dotato inizialmente di elicotteri Alouette, perfetti per l’operatività in ambiente montano, il servizio si è trasformato negli anni in una struttura altamente specializzata, oggi gestita da Azienda Zero.
«Trentasette anni di attività rappresentano un traguardo significativo per un servizio complesso come l’elisoccorso – ricorda Adriano Leli, direttore generale di Azienda Zero –, che richiede elevata specializzazione, coordinamento su più livelli e continuo aggiornamento tecnico. Il servizio garantito dal sistema piemontese è frutto di investimenti, formazione avanzata degli equipaggi e confronto continuo con le migliori realtà a livello nazionale e internazionale. Il nostro obiettivo resta garantire un servizio sempre più efficiente, tempestivo e tecnologicamente all’avanguardia».
Attualmente il sistema è articolato su quattro basi operative – Torino, Cuneo-Levaldigi, Alessandria e Borgosesia – tutte equipaggiate con elicotteri Leonardo AW139 con verricello. La base di Torino è attiva anche in orario notturno, grazie all’impiego di visori notturni (NVG), che garantiscono continuità operativa 24 ore su 24. A bordo degli elicotteri operano equipaggi composti da medici, infermieri e tecnici del Soccorso Alpino, tutti altamente qualificati e in grado di intervenire in qualsiasi scenario, dal contesto urbano a quello montano e impervio.
Nel 2024 il servizio ha effettuato 2.778 missioni, di cui 570 in ambiente alpino o impervio e 65 fuori Regione, per un totale di 2.290 ore di volo. Nei primi sei mesi del 2025, le missioni sono già state 1.393, con 270 interventi in montagna e 42 fuori regione, per un totale di 1.182 ore di volo. Le principali tipologie di intervento riguardano traumi (945 missioni nel 2024, 493 nel primo semestre 2025), emergenze cardiologiche (706 nel 2024, 321 nel 2025), altre emergenze (530 nel 2024, 280 nel 2025) e missioni varie (597 nel 2024, 299 nel 2025), a conferma dell’ampio spettro operativo coperto dal servizio.
Un elemento distintivo dell’elisoccorso piemontese è rappresentato dalla sua capacità di cooperazione internazionale. Negli ultimi anni si sono intensificate le collaborazioni con i sistemi di soccorso francesi e svizzeri, in particolare con il Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne (PGHM) e con Air Zermatt.
Tra le più significative attività recenti si segnalano una grande esercitazione congiunta nella Valle Stretta (Francia) nel giugno 2025, che ha visto il coinvolgimento di Soccorso Alpino, Elisoccorso, Guardia di Finanza e PGHM; l’annuale Triangolare del Soccorso Alpino, che nel 2025 sarà ospitata dalla Svizzera dopo le edizioni italiane e francesi degli anni precedenti; e la simulazione ad alta quota sulla Rocca Bianca nel 2022, lungo il confine italo-francese, con recupero tecnico-sanitario su parete rocciosa a oltre 3000 metri di altitudine.
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