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03 Settembre 2025 - 11:55
Foto didascalica creata utilizzando il supporto dell'AI
Settembre, campionati giovanili al via. Ma la festa del calcio dei ragazzi viene ancora una volta macchiata dalla violenza degli adulti.
A Collegno, durante la sfida Under 14 tra Volpiano Pianese e Collegno, un padre ha scavalcato la recinzione, colpito a pugni il portiere avversario di soli 13 anni e continuato a pestarlo anche a terra. Risultato: frattura del malleolo, zigomo gonfio, collare e gesso.
Un quarantenne che massacra un ragazzino per una partita di calcio. Rabbia, disgusto, domande senza risposta. E una certezza: a uscire ferito non è solo il piccolo portiere, ma anche il figlio di quell’uomo, spettatore impotente delle follie del genitore.
A dimostrazione della gravità dell’episodio, il presidente del Volpiano Pianese, Massimo Gariglio, ha deciso di ritirare la propria squadra Under 14 dal torneo Super Oscar.
«Con profondo rammarico, e con il senso di responsabilità che ci ha sempre contraddistinto, la Società G.S.D. Volpiano Pianese comunica la decisione di ritirare la propria squadra Under 14 dal Torneo Super Oscar – si legge sul comunicato –. Una scelta sofferta, ma dettata dalla volontà di comprendere fino in fondo quanto è accaduto e quanto sta accadendo, oltre che di preservare la serenità e la crescita del nostro gruppo squadra, messo a dura prova dai recenti episodi».
«La nostra Società ha sempre creduto fermamente nei valori dello sport: lealtà, rispetto e fair play sono i principi che guidano il nostro lavoro quotidiano con i ragazzi. Proprio per questo, quando tali valori vengono meno in maniera così grave, riteniamo necessario fermarci e riflettere».
«Desideriamo ringraziare il Comitato organizzatore e tutte le società del nostro movimento che ci hanno manifestato sostegno e vicinanza in queste ore: un segnale concreto di solidarietà che conferma come la comunità sportiva sappia reagire con responsabilità nei momenti più delicati. Il G.S.D. Volpiano Pianese continuerà a impegnarsi per promuovere uno sport che sia davvero scuola di vita, di rispetto e di crescita, perché il calcio dei ragazzi deve restare un luogo di gioia e formazione, mai di paura o violenza».
Di fronte a questo ennesimo episodio, Luigi Garlando, firma storica della “Gazzetta dello Sport”, rilancia un’idea provocatoria ma lucidissima: «Ragazzi, fate firmare un contratto ai vostri genitori».
Un patto semplice, sette punti che ogni genitore dovrebbe sottoscrivere prima di varcare i cancelli di un campo:
Accetto che mio figlio non diventerà il nuovo Messi (e io non sarò il papà del nuovo Messi).
Tifo non per i gol, ma perché mio figlio si diverta.
Ringrazio l’allenatore, anche se lascia mio figlio in panchina.
Rispetto gli avversari: non nemici, ma compagni di gioco con una maglia diversa.
Evito risse sugli spalti: se provocato, cambio posto in tribuna.
Non intervengo in campo: eventuali discussioni spettano solo all’arbitro.
Onoro l’arbitro, spesso un ragazzo che sacrifica il weekend per far giocare i nostri figli.
Firmato, papà. Perché il calcio resti un gioco e non una ferita.
E anche senza arrivare a pugni e fratture, basta frequentare una qualunque domenica i campi di provincia per rendersi conto che il problema è diffuso. Troppe volte sugli spalti si sentono genitori inveire contro l’arbitro, che spesso ha appena 16 o 17 anni, la stessa età dei ragazzi in campo.
Ragazzini che si prendono addosso insulti da adulti, come se non stessero facendo altro che imparare, sbagliando, come i giocatori che stanno dirigendo.
Scene che fanno vergognare e che rendono ancora più urgente un cambio di mentalità: il calcio dei ragazzi non può diventare lo sfogo della frustrazione dei grandi.
Forse è davvero arrivato il momento di fermarsi e riscrivere le regole, non sul regolamento FIGC ma nel cuore delle famiglie. Perché i ragazzi non hanno bisogno di genitori-ultras, ma di adulti capaci di educare con l’esempio.
Il calcio giovanile è e deve restare un laboratorio di amicizia, rispetto e passione, non un ring dove si sfogano frustrazioni. Se torniamo a guardare la partita con gli occhi dei bambini, allora sì che vinceremo tutti.
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