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Morti sul lavoro: la Granda resta in zona rossa

In Italia 896 morti da gennaio a ottobre 2025. Costruzioni ancora il settore più colpito, preoccupa l’aumento degli infortuni. La nostra provincia resta una delle più a rischio

Morti sul lavoro, il Piemonte in zona arancione: 55 vittime in dieci mesi

Foto didascalica creata utilizzando il supporto dell'AI

Il lavoro continua a costare troppe vite anche nel 2025. Da gennaio a ottobre sono 896 le vittime in Italia, sei in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un bilancio pesantissimo che mantiene oltre metà del Paese nelle fasce di rischio più elevate, tra zona rossa e arancione.
E in questo scenario critico, anche il Piemonte resta in zona arancione, con 55 morti sul lavoro in occasione di lavoro, uno dei dati più alti a livello nazionale.

A scattare la fotografia aggiornata è l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, attraverso l’analisi presentata dal presidente Mauro Rossato:
«Questi numeri dimostrano come la sicurezza sul lavoro resti una grande emergenza nazionale. Solo nei primi dieci mesi dell’anno si contano 657 morti in occasione di lavoro e 239 in itinere».

 

 

Cuneo in zona rossa: incidenza tra le più alte d’Italia

 

Se a livello regionale il Piemonte si colloca in zona arancione, il dato che preoccupa particolarmente è quello della provincia di Cuneo, che risulta invece in zona rossa per l’incidenza degli infortuni mortali.
Secondo i dati ufficiali INAIL elaborati dall’Osservatorio Vega, Cuneo registra un indice di incidenza pari a 38,1 morti ogni milione di occupati, ben superiore alla media nazionale (27,5), con 10 decessi in occasione di lavoro nei primi dieci mesi del 2025

Un dato che colloca il Cuneese tra le province italiane a maggiore rischio, evidenziando una criticità locale particolarmente allarmante.

 

Il Piemonte tra le regioni a rischio medio-alto

 

Secondo la zonizzazione dell’Osservatorio, il Piemonte è in zona arancione, insieme a Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Calabria, Abruzzo e Trentino-Alto Adige.
In questa fascia rientrano le regioni con un’incidenza di mortalità compresa tra la media nazionale e il 125% della media.

A livello di numeri assoluti, dopo Lombardia (86 vittime), Veneto (70), Campania (62) ed Emilia-Romagna (56), il Piemonte è la quinta regione più colpita d’Italia.

Costruzioni ancora il settore più pericoloso

 

Anche nel 2025 l’edilizia si conferma il comparto più letale, con 119 vittime in occasione di lavoro. Seguono:

  • Attività manifatturiere: 98

  • Trasporti e magazzinaggio: 84

  • Commercio: 57

E non è un caso che il lunedì risulti il giorno più pericoloso della settimana, con il 22,8% degli infortuni mortali, seguito dal venerdì e dal martedì.

 

A rischio soprattutto over 55 e lavoratori stranieri

 

Le fasce più colpite sono quelle tra i 55 e i 64 anni e gli over 65, che presentano l’incidenza di rischio più alta in assoluto.

Particolarmente grave anche la situazione dei lavoratori stranieri, con un rischio di morte più che doppio rispetto agli italiani.

Denunce di infortunio in aumento

 

Nel frattempo, cresce anche il numero complessivo degli infortuni:
+1,2% di denunce rispetto al 2024, con 497.341 segnalazioni totali.

 

Un’emergenza che in Piemonte e nel Cuneese non può più essere ignorata

 

Il fatto che il Piemonte resti in zona arancione e la provincia di Cuneo scivoli addirittura in zona rossa dimostra quanto la sicurezza sul lavoro debba tornare con urgenza al centro delle politiche pubbliche, dei controlli e della formazione.

Perché dietro ogni statistica c’è una vita spezzata.
E il prezzo che il lavoro continua a far pagare è ancora troppo alto.

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