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17 Luglio 2025 - 13:55
La tradizione della "pastasciutta antifascista" nasce in Emilia ROmagna ed è legata ai sette fratelli Cervi, partigiani uccisi nel 1943
Il 25 luglio a Mondovì al "Caffè Sociale"
Il 25 luglio torna a Mondovì, al "Caffè Sociale", la tradizione della "pastasciutta antifascista". Un'iniziativa che a Mondovì è stata riproposta da un paio di anni, ma che in alcune zone di Italia è invece abbastanza tradizionale, e non da poco tempo.
Questa volta a Mondovì la "pastasciutta" non sarà a pranzo ma a cena, in orario serale, forse anche per raccogliere più partecipazione: appuntamento a partire dalle 20, menu con pastasciutta al pesto con fagioli e patate o con pomodorini e basilico, più dolce finale. Partecipazione a offerta libera, bevande escluse. Prenotazione obbligatoria entro il 24 luglio alle 14, con un messaggio whatsapp 375 8178138.
Come e dove nasce la "pastasciutta antifascista"?
La pastasciutta antifascista è una tradizione popolare nata in Italia durante la seconda guerra mondiale. La nascita risale al 25 luglio 1943, quando venne destituito e arrestato Benito Mussolini. Il giorno dopo, il 26 luglio, nacque il governo di Pietro Badoglio. La notizia venne accolta con gioia e entusiasmo dalla popolazione, speranzosa nella fine della dittatura e del conflitto, che tuttavia sarebbe proseguito con la Repubblica Sociale Italiana, l'occupazione tedesca e anni di violenza e guerra e la lotta di Liberazione. È del 28 luglio, ad esempio, l'Eccidio delle Reggiane, a Reggio Emilia, durante il quale soldati spararono contro gli operai delle Officine Meccaniche Reggiane, uccidendo 9 persone.
La tradizione della pastasciutta è legata alla famiglia dei sette fratelli Cervi, contadini emiliani, partigiani antifascisti, tutti fucilati il 28 dicembre 1943.
Come spiega l'Istituto italiano Alcide Cervi di Gattatico, dal nome del padre dei sette fratelli e dedicato alla loro memoria, i Cervi non appresero immediatamente della caduta di Mussolini, poiché impegnati nei campi. Tuttavia, durante il tragitto verso casa, si imbatterono in numerosi concittadini in festa. Benché fossero consapevoli che la guerra non fosse realmente conclusa, decisero di celebrare comunque l'evento, assaporando un momento di tregua dopo 21 anni di dittatura fascista. Si procurarono la farina e, ottenendo burro e formaggio a credito dal caseificio, prepararono una grande quantità di pasta.
Una volta cotta, la caricarono su un carro e la portarono nella piazza di Campegine, pronti a distribuirla alla popolazione del luogo. Fu una celebrazione autentica, un giorno di gioia nonostante le preoccupazioni per il conflitto ancora in corso. Persino un giovane vestito con una camicia nera – forse l'ultima rimasta – fu invitato da uno di loro a unirsi ai festeggiamenti e a gustare un piatto di pasta.
La tradizione poi è andata avanti fino ai giorni nostri. Ogni 25 luglio, presso l'Istituto Alcide Cervi, in provincia di Reggio Emilia, si celebra la " Storica Pastasciutta Antifascista di Casa Cervi". Questo evento ha dato origine a una rete di iniziative simili, con numerose manifestazioni che si svolgono in diversi comuni e città d'Italia, tra cui ora anche Mondovì.
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