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Cellulare che non prende in montagna: il Piemonte investe 4 milioni di euro

Uncem: «Un segnale concreto per dare finalmente segnale. Serve l’impegno di tutti: Regione, Ministeri, operatori e Comuni»

Cellulare che non prende in montagna: il Piemonte investe 4 milioni di euro

Cellulare che non prende in montagna: il Piemonte investe 4 milioni di euro

Un investimento concreto, il primo in Italia su scala alpina, per contrastare la mancanza di copertura telefonica nelle aree montane. La Regione Piemonte ha stanziato 4 milioni di euro, provenienti da fondi nazionali per la montagna regionalizzati, per potenziare le reti di telefonia mobile e ridurre il divario digitale nei territori più isolati.

«È un passo avanti fondamentale – afferma Roberto Colombero, presidente di Uncem Piemonte –. La Regione ha dimostrato sensibilità e visione politica, prevedendo un investimento strategico che può fare la differenza per migliaia di cittadini e imprese delle valli. Ora tocca a noi, come sistema territoriale, costruire un percorso efficace e condiviso».

Colombero sottolinea la necessità di agire in tempi rapidi: «Dovremo lavorare intensamente per definire le priorità, individuando le aree più critiche e le tecnologie più adeguate. Ma non possiamo fare tutto da soli: è essenziale il coinvolgimento diretto degli operatori telefonici, che devono mettere in campo anche risorse proprie per portare il segnale dove oggi manca del tutto».

Il presidente di Uncem evidenzia anche il ruolo delle Istituzioni nazionali: «Questo è un lavoro da costruire con i Ministeri competenti: Affari regionali, Sviluppo economico e Dipartimento per la trasformazione digitale. In particolare, voglio ringraziare il Sottosegretario Alessio Butti, che sta collaborando con Uncem nazionale per rafforzare i servizi digitali nei Comuni montani. Il suo impegno è concreto e prezioso».

Il contesto, secondo Colombero, è favorevole: «L’indice europeo di digitalizzazione è in crescita, anche grazie ai fondi PNRR. Ma questi fondi devono essere spesi bene, in modo mirato e con una logica sovracomunale. Non servono interventi spot, ma un piano organico di sviluppo infrastrutturale».

Per Colombero, i 4 milioni stanziati non sono solo un dato economico, ma un segnale politico forte: «È un investimento importante, un segnale per dare segnale. Le nostre montagne non possono più aspettare. Dobbiamo trovare le tecnologie migliori, gli strumenti più efficaci e adattarli ai nostri territori».

Anche i Comuni, secondo Uncem, hanno un ruolo cruciale: «Fanno bene i sindaci a sollecitare gli operatori. Devono continuare a farlo con forza. Il Piano Italia 5G e il Piano Italia 1Giga sono strumenti preziosi, ma devono essere integrati da scelte territoriali e da investimenti pubblici e privati coordinati».

Infine, Colombero ribadisce l’impegno di Uncem nel monitorare la situazione: «Continueremo a sollecitare le aziende delle telecomunicazioni e a portare avanti la mappatura delle aree piemontesi – e italiane – ancora senza segnale. È nostro dovere garantire pari diritti digitali anche a chi vive in montagna. La strada è tracciata. Ora servono coraggio e concretezza».

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