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02 Agosto 2025 - 16:30
Il medico attivista Khosro Nikzat
Vive in Italia dal 1979, nel cuore del Cuneese, dove si è laureato in medicina e ha costruito la sua vita, ma l’Iran non lo ha mai abbandonato. Khosro Nikzat, presidente dell’Associazione Medici e Farmacisti Iraniani in Italia, è da decenni voce instancabile contro la repressione nel suo paese d’origine. Giovedì 31 agosto è stato tra i protagonisti del convegno internazionale “Free Iran 2025”, svoltosi a Roma, un evento di portata globale che ha riunito figure di primo piano del panorama politico internazionale, tra cui Rudolph Giuliani, Maryam Rajavi, Charles Michel e Matteo Renzi.
Il giorno dopo l’evento, Nikzat ha rilasciato una lunga intervista al nostro giornale. Le sue parole sono chiare, ferme, intrise di passione e dolore per una terra che non vede da 45 anni, ma che resta al centro della sua vita e del suo impegno civile:
«La politica internazionale – afferma – sta finalmente cambiando rotta rispetto all’Iran. Dopo quarant’anni di tentativi di dialogo con un regime sanguinario, oggi si capisce che la chiave del cambiamento non può venire dall’alto, né dalle cancellerie straniere, ma solo dal popolo iraniano. Ed è un popolo pronto a pagare il prezzo della libertà».
Khosro Nikzat non usa mezzi termini nel descrivere l’attuale situazione della Repubblica Islamica: «È un sistema basato sulla violenza, sulla soppressione, sul terrore. Milioni di iraniani, soprattutto giovani e donne, sono stati brutalizzati per aver chiesto diritti fondamentali. Ora, però, un nuovo orizzonte si apre grazie alla leadership coraggiosa di Maryam Rajavi, che incarna la speranza di una Repubblica libera, laica e democratica.»
Nikzat sottolinea con forza che il cambiamento deve essere interno, guidato dagli stessi iraniani: «Non vogliamo né soldi né armi, non chiediamo bombardamenti o interventi stranieri. Chiediamo solo che la comunità internazionale riconosca il nostro diritto a difenderci e a costruire un futuro diverso. Dopo decenni di silenzi, è tempo di sostegno, di solidarietà, di azione concreta.»
Oggi, dalla sua casa a Margarita, piccolo centro del Cuneese, Nikzat continua la sua lotta con mezzi pacifici ma risoluti: «La libertà non è un dono, è una conquista. E ogni popolo ha il diritto – e il dovere – di lottare per essa.»
Il suo intervento a “Free Iran 2025” è stato un appello accorato, condiviso da molti relatori internazionali, per sostenere il cammino del popolo iraniano verso la democrazia. Un cammino difficile, ma – come ha ricordato lo stesso Nikzat – “irrimandabile e necessario”.
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