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21 Agosto 2025 - 15:13
Uno degli striscioni che si oppongono alla costruzione dell'impianto
Nuovo capitolo, nell’intricata vicenda che vede ormai da mesi al centro della scena il progetto per l’installazione di un impianto di produzione asfalto in località Buretto di Bene Vagienna.
Il Comitato per il Bene Comune, composto da cittadini che si oppongono al progetto, nei mesi scorsi aveva promosso l’affissione di striscioni e cartelloni sui muri delle abitazioni private degli aderenti, recanti la scritta “No bitumificio”. I responsabili del Comitato avevano poi denunciato in almeno due occasioni “sparizioni” e atti vandalici ai danni degli stessi striscioni.
Ora, il Comitato, con un comunicato inviato alla nostra redazione, racconta un ulteriore risvolto del “caso”.
«Da oltre un anno i cittadini di Bene Vagienna si mobilitano contro la prevista costruzione di un bitumificio sul territorio comunale, preoccupati per l’impatto ambientale, sanitario e sociale di un impianto che potrebbe compromettere la qualità della vita e il valore delle abitazioni – scrivono dal Comitato –. Negli ultimi giorni, tuttavia, alla preoccupazione per la salute e l’ambiente si è aggiunto un nuovo motivo di allarme: le Forze dell'ordine hanno contattato alcuni residenti che avevano esposto lo striscione “No Bitumificio” sulle proprie abitazioni da ormai una decina di mesi, chiedendone la rimozione poiché non autorizzato. Inoltre, il presidente del “Comitato per il Bene Comune” è stato convocato e multato, con la motivazione di non aver richiesto l’autorizzazione necessaria per esporre il proprio striscione al di fuori della propria abitazione, avendo già rimosso i resti dello striscione danneggiato. Il presidente, a nome del Comitato, aveva fatto, qualche giorno fa, un esposto contro ignoti per denunciare che, nell’ultimo mese, per ben 4 volte, alcuni striscioni in frazione Buretto, erano stati deturpati e strappati».
«Al di là degli aspetti legali, che valuteremo con i nostri avvocati – dichiarano i rappresentanti del Comitato – ciò che ci addolora e ci spaventa è che una comunità che difende la propria salute e il proprio territorio debba subire anche la paura di essere punita per aver espresso un dissenso civile e pacifico. Esporre uno striscione è sempre stato un atto legittimo in ogni movimento popolare, perché dà voce al disagio delle persone».
«La vicenda getta un’ombra su una comunità già sotto pressione: da un lato il rischio concreto di vedere compromessa la qualità dell’aria, del paesaggio e del valore delle proprietà; dall’altro la crescente sensazione di non poter manifestare liberamente il proprio dissenso. Il Comitato ribadisce la propria volontà di difendere il territorio, la salute dei cittadini e delle generazioni future, chiedendo che le istituzioni ascoltino la voce della comunità invece di reprimerla».
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