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04 Settembre 2025 - 10:03
Foto didascalica creata utilizzando il supporto dell'AI
Il Piemonte è tra le Regioni più solide sul fronte della sanità pubblica. Secondo l’analisi della Fondazione GIMBE sui dati del Ministero della Salute relativi ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) riferiti al 2023, la Regione ha ottenuto un punteggio complessivo di 270, che la colloca al quinto posto nazionale, subito dietro Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Provincia autonoma di Trento.
I Livelli Essenziali di Assistenza, meglio conosciuti con l’acronimo LEA, sono l’insieme delle cure e dei servizi che lo Stato garantisce gratuitamente o dietro pagamento di un ticket a tutti i cittadini, indipendentemente dalla Regione di residenza. Si tratta, in sostanza, della “base minima” di diritti sanitari che devono essere assicurati ovunque in Italia. Dal 2020 lo strumento utilizzato è il sottoinsieme di indicatori CORE del Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), che include 88 indicatori suddivisi in tre macro aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera. Tuttavia, la «pagella» ufficiale ne utilizza solo 26, numero aumentato nel 2023 con il primo aggiornamento del sistema. Ogni Regione, per ciascuna delle tre aree, può ottenere da 0 a 100 punti e per essere considerata adempiente deve raggiungere la “sufficienza” di almeno 60 punti in tutte le aree.
Il Ministero della Salute valuta ogni anno le Regioni su tre grandi aree:
Il Piemonte non solo ha superato la soglia minima di 60 punti, ma ha raggiunto punteggi molto alti e omogenei: 93 punti nella prevenzione, 90 nell’assistenza distrettuale e 87 in quella ospedaliera. La distribuzione equilibrata testimonia che la Regione riesce a garantire un buon livello di cure sia sul territorio che negli ospedali, evitando squilibri che in altre zone d’Italia penalizzano fortemente i cittadini.
Rispetto al 2022, il Piemonte ha guadagnato +7 punti, consolidando così la propria posizione tra le Regioni più virtuose. Una crescita significativa, soprattutto in un contesto nazionale dove otto Regioni hanno invece registrato un arretramento, comprese realtà tradizionalmente solide come Lombardia (-14 punti) ed Emilia-Romagna (-6).
La classifica elaborata dalla Fondazione GIMBE, che somma i punteggi delle tre aree, mostra chiaramente il divario territoriale: nelle prime dieci posizioni figurano soprattutto Regioni del Nord e del Centro, mentre tra le ultime sette si trovano quasi esclusivamente Regioni del Sud.
Il Piemonte, con i suoi 270 punti, si inserisce nel gruppo di testa, insieme alle eccellenze storiche come Veneto (288), Toscana (286) ed Emilia-Romagna (278).
Se da un lato il Piemonte può vantare un sistema sanitario pubblico solido e in crescita, dall’altro il quadro complessivo del Paese resta segnato da forti disuguaglianze. Solo 13 Regioni su 21 hanno raggiunto la sufficienza nei LEA, e tra queste appena tre appartengono al Mezzogiorno (Puglia, Campania e Sardegna).
Il divario Nord-Sud, dunque, non accenna a ridursi. «La tutela della salute dipende ancora in larga misura dalla Regione di residenza», ha osservato il presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta, sottolineando che questo rappresenta un problema strutturale per l’intero Servizio Sanitario Nazionale.
SCARICA QUI IL MONITORAGGIO DEI LEA A CURA DEL MINISTERO DELLA SALUTE
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