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Addio a Michele Morello, il giudice relatore dell’assoluzione di Enzo Tortora

È scomparso a 93 anni Michele Morello, relatore dell'assoluzione di Tortora. Il presentatore televisivo era stato legato a Mondovì dalla sua conduzione di Campanile sera.

Addio a Michele Morello, il giudice relatore dell’assoluzione di Enzo Tortora.

Il sindaco Martinetti con Enzo Tortora in una foto di Campanile Sera

A 93 anni di età, è scomparso il giudice Michele Morello, definito "il giudice galantuomo" per la sua riconosciuta rettitudine morale. Il giudice è rimasto celebre soprattutto per un processo particolarmente spinoso, l'appello del caso Tortora. Il notissimo conduttore televisivo, all'epoca all'apice del suo successo con il fortunatissimo "Portobello", era stato coinvolto nel 1983, con accuse di pentiti, nei processi contro la Nuova Camorra Organizzata, in presenza di prove rivelatesi poi inconsistenti.

Fu l'abilità di Morello nel leggere le carte e la sua rettitudine morale a condurre all'assoluzione di Tortora nel 1986 dalle accuse pesantissime di associazione camorristica e traffico di droga. Tortora tornò a "Portobello", con un celebre e sofferente "Dove eravamo rimasti?", ma di lì a poco sarebbe scomparso nel 1988 (forse anche, dicono alcuni, per la vicenda che l'aveva provato e prostrato psicologicamente, minandone profondamente la salute).

Il caso Tortora emerse come l'esempio più noto dei rischi della "malagiustizia", contribuendo ad avviare la riflessione su questo tema. Il celebre conduttore è particolarmente caro a Mondovì, che gli ha dedicato anche una strada: agli esordi della sua carriera, Enzo Tortora fu in città per "Campanile Sera" (1959), condotto in studio da Mike Bongiorno.

La TV italiana era nata nel 1954, e quel programma, con sfide tra piccole cittadine di dimensioni simili, doveva servire per favorirne la diffusione anche in provincia. Mondovì, come noto, si distinse particolarmente, divenendo la prima "città campione", riconosciuta nella vignetta di Giovanni Mosca come nuova "capitale morale d'Italia" al posto di Milano (ironicamente ma non troppo, dato il grande successo di quella prima televisione). Edoardo Bennato dedicò a Tortora una graffiante reinterpretazione dell'aria "La calunnia è un venticello" del Barbiere di Siviglia di Rossini, e la sua storia - e l'intervento provvidenziale di Morello, in quel caso - resta ancora oggi un monito contro i rischi delle derive giudiziarie.

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